venerdì, marzo 28, 2008

mercoledì, marzo 26, 2008

[...] "Mi viene in mente una zingara grassa, che una volta mi ha seguito continuando a dire: bella bimba, vieni che ti leggo la mano. Ho avuto paura. Forse anche io ho il virus del razzismo dentro, o forse semplicemente non siamo capaci di sopportare tutti e caricarci i pezzi di mondo in spalla." [...]

MARGHERITA DOLCEVITA
Stefano Benni

lunedì, marzo 24, 2008

TRE METAMORFOSI

Tre metamorfosi io vi nomino dello spirito: come lo spirito diventa cammello, e il cammello leone, e infine il leone fanciullo.
Molte cose pesanti vi sono per lo spirito, lo spirito forte e paziente nel quale abita la venerazione: la sua forza anela verso le cose pesanti, più difficili a portare.
Che cosa è gravoso? domanda lo spirito paziente e piega le ginocchia, come il cammello, e vuol essere ben caricato.
Qual è la cosa più gravosa da portare, eroi? così chiede lo spirito paziente, affinché io la prenda su di me e possa rallegrarmi della mia robustezza.
Non è forse questo: umiliarsi per far male alla propria alterigia? Far rilucere la propria follia per deridere la propria saggezza?
Oppure è: separarsi dalla propria causa quando essa celebra la sua vittoria? Salire sulle cime dei monti per tentare il tentatore?
Oppure è: nutrirsi delle ghiande e dell'erba della conoscenza e a causa della verità soffrire la fame dell'anima?
Oppure è: essere ammalato e mandare a casa coloro che vogliono consolarti, e invece fare amicizia coi sordi, che mai odono ciò che tu vuoi.
Oppure è: scendere nell'acqua sporca, purché sia l'acqua della verità, senza respingere rane fredde o caldi rospi?
Oppure è: amare quelli che ci disprezzano e porgere la mano allo spettro quando ci vuol fare paura?
Tutte queste cose, le più gravose da portare, lo spirito paziente prende su di sé: come il CAMMELLO che corre in fretta nel deserto sotto il suo carico, così corre anche lui nel suo deserto.
Ma là dove il deserto è più solitario avviene la seconda metamorfosi: qui lo spirito diventa leone, egli vuol come preda la sua libertà ed essere signore del proprio deserto.
Qui cerca il suo ultimo signore: il nemico di lui e del suo ultimo dio vuol egli diventare, con il grande drago vuol egli combattere per la vittoria. Chi è il grande drago, che lo spirito non vuol più chiamare signore e dio? "Tu devi" si chiama il grande drago. Ma lo spirito del leone dice "IO VOGLIO".
"Tu devi" gli sbarra il cammino, un rettile dalle squame scintillanti come l'oro, e su ogni squama splende a lettere d'oro "tu devi!". Valori millenari rilucono su queste squame e così parla il più possente dei draghi: "tutti i valori delle cose risplendono su di me".
"Tutti i valori sono già stati creati, e io sono ogni valore creato. In verità non ha da essere più alcun "io voglio"!". Così parla il drago.
Fratelli, perché il leone è necessario allo spirito? Perché non basta la bestia da soma, che a tutto rinuncia ed è piena di venerazione?
Creare valori nuovi - di ciò il leone non è ancora capace: ma crearsi la libertà per una nuova creazione - di questo è capace la potenza del LEONE. Crearsi la libertà è un no sacro anche verso il dovere: per questo, fratelli, è necessario il leone.
Prendersi il diritto per valori nuovi questo è il più terribile atto di prendere, per uno spirito paziente e venerante. In verità è un depredare per lui e il compito di una bestia da preda.
Un tempo egli amava come la cosa più sacra il "tu devi": ora è costretto a trovare illusione e arbitrio anche nelle cose più sacre, per predar via libertà dal suo amore: per questa rapina occorre il leone.
Ma ditemi, fratelli, che cosa sa fare il fanciullo, che neppure il leone era in grado di fare? Perché il leone rapace deve anche diventare un fanciullo?
Innocenza è il FANCIULLO e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di sì.
Sì, per il giuoco della creazione, fratelli, occorre un sacro dire di sì: ora lo spirito vuole la sua volontà, il perduto per il mondo conquista per sé il suo mondo.
Tre metamorfosi vi ho nominato dello spirito: come lo spirito divenne cammello, leone il cammello, e infine il leone fanciullo.-

Così parlò Zarathustra.


Quanto mi manca la filosofia... mi sembra di aver rallentato il pensiero... mi sembra di aver messo in standby gli acerbi ragionamenti iniziati quell'ultimo anno di liceo... anche oggi qualcuno mi ha ricordato di che periodo fondamentale sia stato quell'anno... purtroppo mi sembra di essere retrocessa a cammello... e Paris è già così lontana...

domenica, marzo 23, 2008

Persepolis...



MI-TI-CA! Bello, bello, bello...

lunedì, marzo 17, 2008

sabato, marzo 15, 2008

...un piccolo incoraggiamento per noi...

"... Già all'epoca della prima costruzione, che è quella del Collegio del Colle, avevamo deciso di provvedere ogni studente di una stanza singola, ampia e ben attrezzata, per assicurare a ciascuno un buon livello di autonomia personale. Negli stralci successivi è stato aumentato il nucleo dei servizi comuni ed è stato ridimensionato il livello di esclusività degli spazi privati per combattere quei sintomi di egoismo ed isolamento che tendevano a manifestarsi... "

Quello che parla è Giancarlo De Carlo ed il piccolo incoraggiamento è per i miei compagni di concorso... le idee che abbiamo tentato di spiegare nel nostro progetto partono da questi principi... insomma piccoli architetti crescono!

giovedì, marzo 13, 2008

martedì, marzo 04, 2008

Solar balooooooooon.....















Pallllonciniiiiiiiiiiiiiii.... ma no!!! sono celle fotovoltaiche!!!!..
per saperne di più ecco il link...
bacini a go go