sabato, maggio 31, 2008

MAX GAZZE' ...il solito sesso...

E' troppo tenera... certo... .... a parte il finale del video... eheheh

giovedì, maggio 29, 2008

Perché come al solito non c'abbiamo capito nulla...perché questa città ancora una volta ci sfugge di mano... Non la capiamo... non c'è niente da fa!


ricercato: "Sono di sinistra, basta schifo nel quartiere Politica e razze non c'entrano. Mi sono fatto giustizia"
"Al Pigneto sono stato io Non chiamatemi razzista"


"Al Pigneto sono stato io
Non chiamatemi razzista"


L'uomo del raid del Pigneto, "l'italiano sulla cinquantina" cui la polizia cerca da cinque giorni di dare un volto, il più vecchio tra i mazzieri, il "Capo", arriva all'appuntamento ai tavolini di un bar che è notte. Ha i capelli brizzolati, gli occhi lucidi come di chi è in preda a una febbre. Allunga la mano in una stretta decisa che gli fa dondolare il ciondolo d'oro al polso.

"Eccome qua, io sarei il nazista che stanno a cercà da tutti i pizzi. Guarda qua. Guarda quanto sò nazista...". La mano sinistra solleva la manica destra del giubbetto di cotone verde che indossa, scoprendo la pelle. L'avambraccio è un unico, grande tatuaggio di Ernesto Che Guevara.

"Hai capito? Nazista a me? Io sono nato il primo maggio, il giorno della festa dei lavoratori e al nonno di mia moglie, nel ventennio, i fascisti fecero chiudere la panetteria al Pigneto perché non aveva preso la tessera". L'uomo ha 48 anni. Delle figlie ancora piccole. Una storia difficile di galera e di imputazioni per rapina. E, naturalmente, un nome. "Quello lo saprai molto presto. Il giorno che mi presento al magistrato, perché quel giorno il mio nome non sarà più un segreto. Mi presento, parola mia. La faccio finita cò 'sta storia. Ma ci voglio andare con le gambe mie a presentarmi. Nun me vojo fà beve (arrestare ndr.) a casa. Perciò, se proprio serve un nome a casaccio, scrivi Ernesto... ".

Indica la foto sulla prima pagina dell'edizione di Repubblica del 27 maggio. Quella scattata durante il raid con il telefono cellulare da uno dei testimoni dell'aggressione. "Ecco. Io sono questo qua. Questo cerchiato con il marsupio e la maglietta rossa, che si vede di spalle. La maglietta è una Lacoste. Adesso ti racconto davvero come è andata. Ti racconto la verità prima che mi si bevono. Perché la verità, come diceva il Che, è rivoluzionaria. La politica non c'entra un cazzo. Destra e sinistra si devono rassegnare. Devono fare pace con il cervello loro. Non c'entrano un cazzo le razze. Non c'entra - com'è che se dice? - la xenofobia. C'entra il rispetto. Io sono un figlio del Pigneto. Tutti sanno chi sono e perché ho fatto quello che ho fatto. Tutti. E per questo si sono stati tutti zitti con le guardie che mi stanno cercando. Perché mi vogliono bene. Perché mi rispettano. Perché hanno capito. Io ho sbagliato. E non devo e non voglio essere un esempio per nessuno. Ma per una volta in vita mia, ho sbagliato a fin di bene. E allora è giusto che il Pigneto veda scritta la verità. Se lo merita. E quella la posso raccontare solo io".

La "verità" di "Ernesto" ha un incipit. Giovedì 22 maggio. Quarantotto ore prima del raid. "A metà mattina, a una donna di cui non faccio il nome e a cui voglio bene come a me stesso, rubano il portafoglio in via Macerata. Non faceva che piangere. Un amico mio - un immigrato, pensa un po' - mi dice che se lo voglio ritrovare devo andare nel negozio di quell'infame bugiardo dell'indiano. In via Macerata. Perché il ladro sta lì. E' un marocchino, un tunisino, mi dice l'amico mio. Venerdì, verso mezzoggiorno, ci vado. Trovo questa merda di marocchino, o da dove cazzo viene, questo Mustafà, seduto davanti al negozio con una birra in mano. Una faccia brutta, cattiva, con una cicatrice. Mi fa cenno di entrare e nel negozio mi trovo lui, l'indiano bugiardo e un vecchio, un italiano. Il marocchino mi dice: "Tu passare oggi pomeriggio e trovare portafoglio". Io dico va bene e, te lo giuro, non mi incazzo, né strillo. Dico solo: "Dei soldi non me frega niente. Ma dei documenti sì". Ripasso il pomeriggio e quello mi dice: "Scusa. Non fatto in tempo. Torna domani". Io ripasso sabato mattina e quel Mustafà là, ridendo, sempre con quella cazzo di birra in mano, mi fa segno che i documenti l'ha buttati dentro una buca delle lettere. Allora non ci ho visto più. Mi è partita la brocca. Ho cominciato a strillare, dentro e fuori del negozio. In mezzo alla strada. E ho detto: "Se vedemo alle cinque. E se non salta fuori il portafoglio sfascio tutto"".

Alle 17 di sabato, dunque, arriva "Ernesto". Ma non da solo. "Eh no. Fermati. Fermati qui. Io arrivo da solo. Perché io voglio andare a gonfiare il marocchino da solo. Io quando devo fare a cazzotti non mi porto dietro nessuno. Il problema è che quando arrivo all'angolo con via Macerata non ti trovo una quindicina di ragazzi del quartiere? Tutti incazzati e bardati. Te l'ho detto. Mi vogliono bene. Avevano saputo della tarantella ed erano due giorni che sentivano questa storia di questo portafoglio. Evidentemente volevano starci pure loro e si sono presentati. Non l'ho mica chiamati o invitati".

"Ernesto" fa un cenno al cameriere. Chiede un whiskey di malto scozzese. Un "Oban". Strizza l'occhio. "Lo vedi questo? E' cresciuto con me al Pigneto". "Che stavo a dì? Ah sì, i pischelli. Io davvero non riesco a capire come si sono inventati la storia della svastica. Ma quale svastica? Io questi pischelli non li conosco personalmente, ma mi dicono che sono tutto tranne che fascisti. E, comunque svastiche non ce n'erano. Quei pischelli, per quanto ne so, si fanno il culo dalla mattina alla sera. E hanno solo un problema. Si sono rotti il cazzo di vedere la madre, la sorella o la nonna piangere la sera, perché qualche vigliacco gli ha sputato o gli ha fischiato dietro il culo. Te lo ripeto, io non l'ho chiamati. Io ce li ho trovati. E poi, scusa tanto sa, ma hai mai visto tu un raid nazista senza una scritta su un muro? Qualcuno si è chiesto perché, se era un raid, nessuno ha toccato per esempio i sette senegalesi che vendevano i cd taroccati in via Macerata? Lo vuoi sapere perché? Perché i senegalesi non avevano fatto niente. Perché sono amici. Perché portano rispetto e quando stava per cominciare il casino al negozio dell'indiano, gli ho detto di mettersi da una parte".

Forse "Ernesto" vuole solo coprire quei ragazzi. Forse la sua storia comincia a pattinare. "Aspetta. Io ti ripeto che i nomi di quei pischelli non li conosco e, comunque, se anche li conoscessi non li farei mai. Ma la dimostrazione che dico la verità sai qual è? E' che loro erano tutti coperti. Con i caschi, con i cappucci. E io invece ero l'unico a volto scoperto. Perché, come t'ho detto, io se devo andare a fare a cazzotti ci vado a mani nude, da solo e a viso scoperto. Te ne dico un'altra. La dimostrazione che sto dicendo la verità è che quando l'indiano di via Macerata mi vede e se la dà, dopo che gli ho sfasciato le vetrine, i pischelli si mettono a correre verso via Ascoli Piceno. Per me è finita lì. E non capisco quelli che vogliono fare. Allora li raggiungo a piedi e quando all'angolo tra via del Pigneto e via Ascoli Piceno vedo che stanno a fà un macello con i bengalesi, che si sono messi a sfasciare le macchine della gente del quartiere, cominciò a gridare. Grido: "A pezzi de merda che state a fa'? Annatevene da lì, a rincojoniti!". Per questo, come ho letto sui giornali, dicono che hanno sentito "il Capo" dare ordini in italiano. Ma quali ordini? Io li stavo a mannà a fanculo perché mi era presa paura. Avevo capito che casino stava montando".

Cosa aveva capito "Ernesto"? L'uomo butta giù il fondo di "Oban" rimasto nel bicchiere. Accende una Marlboro rossa. "Avevo capito che, senza volerlo, avevo slegato la bestia. Avevo capito che il veleno mio era il veleno di tutti. Sai perché penso che i pischelli sono andati dai bengalesi in via Ascoli Piceno? Perché quell'alimentari là, quello dove è andato a chiedere scusa Alemanno, due anni fa l'avevano chiuso per spaccio. Perché sotto il sacco dei ceci che dice di vendere, il bengalese ci teneva la droga. So che è andato assolto perché ha detto che la roba la nascondeva un marocchino. Sta di fatto che lì davanti è sempre un circo. Stanno sempre aperti. Anche alle cinque de mattina. Mi spieghi che cazzo si vendono?".

"Ernesto" chiede un altro wiskey. "La storia potrebbe finire qua. Ma non finisce qua". L'uomo, ora, ha voglia di raccontare chi è e come è cresciuto. "Perché tutto si deve sapere. Tutto. Perché poi, quando ti si bevono, i giornali scrivono un mucchio di cazzate". E' il quarto di cinque figli, "Ernesto". Suo padre è un carabiniere. Lo perde a 8 anni e finisce in collegio, perché a casa, al Pigneto, non si riesce a mettere insieme il pranzo con la cena. Quando esce dall'istituto, comincia a rubare. "Per fame. Ho sempre rubato solo per fame. E mai al Pigneto". A 24 anni perde anche la madre. Comincia a entrare e uscire di galera. Regina Coeli, Sollicciano, "dove a Pacciani, j'ho fatto 'na faccia tanto. Sto schifoso... ". "Sempre accusato di reati contro lo Stato... ". Contro lo Stato? "Sì, rapine in banca. Perché, le banche non sono dello Stato?". Ride, per la prima volta. Poi si fa di nuovo cupo.

"Il Pigneto era bellissimo. Da ragazzino giocavo a ruzzichella dove adesso ci stà quello schifo di isola pedonale. Dove adesso vomitano e pisciano fino alle cinque de mattina, ci stava il cocomeraro e quello che vendeva le cozze col limone. Posso sopportare che mentre vado al mercato a comprare il pesce per mia figlia che è una ragazzina, lei deve vedere uno che se tira fuori l'uccello e sui banchi del mercato ci piscia? Eh? Lo posso sopportare?". Il colore della pelle, dice, non c'entra. "Io ho litigato con tutti quelli che non portano rispetto alla gente del Pigneto. Bianchi e neri. Io ho fatto casino qualche settimana fa al pub di via Fanfulla, perché quattro stronzetti italiani non mi facevano rientrare a casa con le bambine e quando ho chiesto di spostare una macchina in doppia fila, mi hanno imbruttito dicendo: "Perché, se no che succede?". "Succede che te gonfio", ho detto. E si sono spostati. Ho litigato con degli algerini sotto casa, che mi stavano fregando il motorino. Ne ho appicciati al muro un paio e da allora sai come mi chiamano? "Grande mujaheddin. Grande talibano". Beh, l'altra sera m'hanno riportato le chiavi della macchina che mi ero dimenticato sul cofano. Hai capito, sì? Io non ce l'ho con nessuno. Io voglio bene ai neri e ai bianchi che rispettano gli altri. Che rispettano il Pigneto, che insieme alla mia famiglia è l'unica cosa che ho. Io sono cresciuto al bar Necci, hai presente? Sai, no? Quello del film di Pasolini "Accattone". Vai a chiedere di me lì. Vedi che ti dicono. Vai a chiede di me allo stagnaro di via Ascoli, o al bar di fronte. Vedi che dicono. Io ci sono poche persone che non rispetto. I bugiardi, i laidi, gli ipocriti, le pecore. E ti racconto ancora una cosa che mi devi promettere di scrivere".

"Ernesto" tira fuori l'ultima sigaretta del pacchetto di Marlboro, che poi accartoccia come carta velina. "Pifano. Daniele Pifano, hai presente? Collettivo di via dei Volsci. Autonomia, anni '70 e compagnia cantante. Beh, stai a sentire. Viene a vivere al Pigneto e due anni fa becca un fascistello che gli rompe il cazzo. Ti dico: questo qua lo umilia e gli distrugge la bici davanti a tutti. Io mi metto in mezzo e da allora, quando vedono Pifano, si scansano. E lui che fa? Sabato, dieci minuti dopo il casino, si mette con i centri sociali nell'isola pedonale a strillare che sono arrivati i nazisti al Pigneto. Ma come si fa? Ma che uomo sei? Ma che dignità c'hai a giocare sulla pelle del Pigneto e del sottoscritto? L'altro giorno ho provato a chiamare anche Luxuria, quella di Rifondazione. Gli ho detto: "Dovemo parlà". E lui: "Sì ma al telefono perché sono a Cosenza per una riunione". Allora io dico. Tu starai pure a Cosenza, ma al Pigneto, che è dove vivi pure tu, chi ci pensa?".

Chi ci pensa? "Ernesto" ride. "A pagare i wiskey ci pensi tu, perché io stò in bianco e devo pure pensare a trovare un avvocato bravo. Poi, quando sarà finita tutta questa storia, offrirò io. Ora vado. Mi raccomando. La verità. Io non sono un esempio per nessuno. Ma stavolta, davanti alle mie figlie, voglio che sia diverso. Non come le altre volte che m'hanno visto andare in Centrale o carcerato. Stavolta l'ho fatto per loro. E per il Pigneto. In fondo, non ho ammazzato nessuno. E tutto 'sto casino, non l'ho armato io"
di CARLO BONINI

fonte:repubblicaonline

domenica, maggio 25, 2008

Normalità... quello stato di simil calma che potrebbe essere complicata superficialità o semplice capacità di andare avanti...è veramente questo, quello a cui bisogna aspirare?.. Certo il pensiero è proprio logorante, ma la soddisfazione..alle volte rara... di uscirne più forti, più completi, più banalmente noi stessi ci ripaga... ... oppure no?
Il peso relativo delle emozioni mi rende sempre perplessa su me stessa...
Arianna (regista di film mentali)

GRAZIE ROMA

sabato, maggio 24, 2008

..ma allora di che stiamo parlando?!?!?!?!

Nuovi impianti ed energia prodotta
L'eolico ha sorpassato il nucleare

ROMA - Il 2007 è stato l'anno del sorpasso: a livello globale, dal punto di vista dei nuovi impianti, l'eolico ha battuto il nucleare. L'anno scorso sono stati installati 20 mila megawatt di eolico contro 1,9 mila megawatt di energia prodotta dall'atomo. E' un trend consolidato da anni e destinato, secondo le previsioni, a diventare ancora più netto nei prossimo quinquennio. Ma non basta. Per la prima volta l'eolico ha vinto la gara anche dal punto di vista dell'energia effettivamente prodotta. I due dati non coincidono perché le pale eoliche funzionano durante l'anno per un numero di ore inferiore a quello di impianto nucleare e dunque, a parità di potenza, producono meno elettricità.

"La novità è che, anche tenendo conto di questo differenziale di uso, nel 2007 l'eolico ha prodotto più elettricità del nucleare", spiega Gianni Silvestrini, direttore del Kyoto Club. "E gli impianti eolici che verranno costruiti nel periodo 2008 - 2012, quello che chiude la prima fase degli accordi del protocollo di Kyoto, produrranno una quantità di elettricità pari a due volte e mezza quella del nuovo nucleare. Se poi nel conto mettiamo anche il solare fotovoltaico e termico possiamo dire che, tra il 2008 e il 2012, il contributo di queste fonti rinnovabili alla diminuzione delle emissioni serra sarà almeno 4 volte superiore al contributo netto prodotto dalle centrali nucleari costruite nello stesso periodo".

La tendenza è consolidata anche dal risveglio del gigante americano. Il 30 per cento di tutta la potenza elettrica installata durante il 2007 negli Usa viene dal vento e il dipartimento federale dell'energia prevede che entro il 2030 l'eolico raggiunga negli States una quota pari al 20 per cento dell'elettricità creando un'industria che, con l'indotto, darà lavoro a mezzo milione di persone. E' un dato in linea con l'andamento di paesi europei come la Danimarca (21 per cento di elettricità dall'eolico), la Spagna (12 per cento), il Portogallo (9 per cento), la Germania (7 per cento).

Nonostante le scelte dell'amministrazione Bush, che ha incentivato con fondi pubblici la costruzione di impianti nucleari, negli Stati Uniti l'energia dall'atomo resta invece ferma, sia pure a un considerevole livello, da trent'anni: l'ultimo ordine per una nuova centrale risale al 1978. Nell'aprile scorso sono stati annunciati impegni per 38 nuovi reattori nucleari, ma è molto probabile che il numero scenda drasticamente, come già è avvenuto in passato, nel momento in cui si passa alla fase dei conti operativi: le incertezze legate ai costi dello smaltimento delle scorie, ai tempi di realizzazione e allo smantellamento delle centrali a fine vita hanno rallentato la corsa dell'atomo.

In attesa della quarta generazione di reattori nucleari, che però deve ancora superare scogli teorici non trascurabili e non sarà pronta prima del 2030, le stime ufficiali prevedono una diminuzione del peso del nucleare nel mondo. La Iea (International Energy Agency) calcola che nel 2030 la quota di elettricità proveniente dall'atomo si ridurrà dall'attuale 16 per cento (è il 6 per cento dal punto di vista dell'energia totale) al 9-12 per cento.


fonte:repubblica.it

giovedì, maggio 22, 2008

ZITTI TUTTI...CHE FORSE CI SONO!!!!

lunedì, maggio 19, 2008

è in arrivooooo.... la CRITICAL MASSsss.. e siamo a 6!!!


Ciemmona 2008
Venerdì 30 maggio, ore 18:00
6° Compleanno di Critical Mass Roma
Piazza delle Masse Critiche (Piramide)
Al termine: cena, baldoria, musica e dj presso il L.O.A. Acrobax
in via della Vasca Navale, 6 (Ponte Marconi ).

Sabato 31 maggio, ore 16:00
Ciemmona
Piazza San Giovanni in Laterano (giardini)
Dopo la Massa Critica Interplanetaria, picnic bicigestito al Pincio.
(ciascuno portera' da mangiare, da bere e sdraiarsi sul prato da condividere con tutti; sono graditi posate, bicchieri e piatti riutilizzabili, non di plastica)

Domenica 1 giugno, ore 11:00
Rotta verso il mare
partenza da Piazza delle Masse Critiche (Piramide)
Tintarella, bagni, sabbia... e campeggio selvaggio.
Lunedì 2 giugno, ore 17:00
Direzione Roma
partenza da Ostia, Piazzale Cristoforo Colombo (la rotonda).
(CM all'incontrario!).

BICICLETTATI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI!!!!!

infoooo

domenica, maggio 18, 2008

... E STO A ROSICÀ... in ogni caso
... GRAZIE ROMA...

Massimiliano Fuffas:Architetto, Designer, Art-creator, Life-stylist


"la politica pensa poco al cittadino.... "
"mmhh... ...l'architetto?"
"non c'ha mai pensato..."

sabato, maggio 17, 2008

giornata mondiale contro l'omofobia...


"Le monde" lo mette in prima pagina della versione on line, "el mundo" anche... repubblica se ne dimentica per tutto il giorno, il manifesto idem... solo l'unità on line si ricorda della quarta edizione della giornata mondiale contro l'omofobia... e come spesso accade con altre giornata altrettanto importanti come quella per la lotta all'aids, l'Italia si rivela il meno europeo dei paesi comunitari... sensibilità inesistente da parte di tutte le forze politiche... ... sigh...

Bevk Perović Arhitekti

venerdì, maggio 16, 2008

Più solare e fabbrica d'avanguardia

ROMA - Crescita delle fonti rinnovabili e aumento dell'occupazione vanno a braccetto. La conferma arriva da un importante accordo tra Enel e Sharp ufficializzato oggi a Roma. L'azienda energetica italiana e la multinazionale giapponese hanno siglato un'intesa che prevede due punti essenziali. Il primo è l'installazione entro il 2011 di nuovi campi fotovoltaici per un totale di 161 MW in grado di produrre l'energia di cui hanno bisogno oltre 81.500 famiglie.

Il secondo punto riguarda invece la realizzazione in Italia di un impianto industriale per la produzione integrata di pannelli fotovoltaici basati sulla tecnologia di Sharp, un avanguardistico film sottile a tripla giunzione. Rispetto ai moduli tradizionali in silicio cristallino si tratta di un procedimento che consente un minore utilizzo di silicio, con evidenti risparmi economici, garantendo però prestazioni di efficienza simili a quelle dei moduli tradizionali.

"E' un'alleanza che consideriamo abbastanza unica a livello mondiale", ha commentato Francesco Starace, direttore Divisione Mercato di Enel nel corso della presentazione: "Due società che definiscono una strategia comune, con Sharp che entra con noi nella produzione di energia elettrica e noi che entriamo nella produzione di pannelli fotovoltaici".

La scelta di collaborare nasce infatti anche dalla necessità di sopperire a un inaspettato freno alla crescita del fotovoltaico. "Siamo in una situazione paradossale - ha osservato Starace riferendosi al coinvolgimento dell'Enel - perché siamo molto avanti per la costruzione di una rete di installatori capace di cogliere la domanda e abbiamo invece una strettoia dovuta alla scarsezza dell'offerta di pannelli. Su questo il ritardo non è nostro ma di tutti".

Ritardo che non ha comunque impedito al fotovoltaico di registrare in questi ultimi mesi nuove cifre da boom. Il Gestore dei servizi elettrici ha infatti appena rivisto i dati sul 2007, fissando a 69,9 MW la potenza installata, mentre, per il solo anno in corso, risultano in esercizio 3.064 nuovi impianti per una potenza di 33,6 MW. Dati che se da un lato parlano di un boom eccezionale, con una potenza installata nel solo 2007 pari a quanto è stato realizzato complessivamente in quasi 30 anni, dall'altro certificano dell'ambizione rappresentata dai 161 MW previsti dall'accordo Enel-Sharp.

I dettagli dei due progetti sono ancora tutti da definire, ma l'idea di massima è quella di distribuire i campi fotovoltaici sul territorio, senza concentrarli in una zona precisa, mentre resta ancora da verificare dove far sorgere lo stabilimento di produzione dei pannelli. Al momento l'unica certezza al riguardo sembra essere la scelta di una località costiera, dove è possibile sfruttare i servizi portuali. "La produzione - ha sottolineato infatti Starace - non sarà esclusivamente destinata verso l'interno ma verrà indirizzata anche alla crescita del fotovoltaico negli altri paesi del Mediterraneo".

mercoledì, maggio 14, 2008

OOOOLLLLLEEEEEEEE.....


...è lui o non è lui.... ma si che è lui!!!! è il computer nuovo!!!!! oleeeee.... primo post dalla nuovo pc... ci abbiamo messo un po'...ma alla fine...CHE BOMBAAAAAA!!!!
baciiiiii

lunedì, maggio 12, 2008

Marco Travaglio a Che tempo che fa - 10 Maggio 2008

Pancho Pardi: “Solidarietà a Marco Travaglio”

La bagarre scatenata contro Marco Travaglio per le sue affermazioni a proposito di Renato Schifani nella trasmissione di Fazio può apparire stupefacente. Il giornalista si era limitato a ricordare ciò che Lirio Abbate e Peter Gomez avevano scritto su rapporti intrattenuti dall’attuale presidente del Senato con soggetti mafiosi: ad esempio la società Sicula Brokers aveva tra i suoi soci fondatori Enrico La Loggia, Renato Schifani e Antonino Mandalà, poi individuato come influente boss di Villabate. Fatti noti, registrati anche in altre varie pubblicazioni. La cui diffusione a stampa non ha prodotto querele nei confronti degli autori.

Storie narrate da giornalisti abili nella ricerca e lette da cittadini interessati a capire quanto possa essere opaca la società politica. Storie che finché restano confinate nell’ambito della stampa cartacea producono uno scandalo relativo. L’importante è che non vadano in televisione, in particolare sui canali nazionali e nelle trasmissioni di maggiore ascolto. Se ci arrivano, comincia allora il fuoco di sbarramento. Il potere sa bene che oggi la lettura attiva pesa meno dell’ascolto passivo. Che i pochi lettori sappiano non preoccupa troppo. Decisivo è che i molti spettatori televisivi vengano mantenuti in uno stato di imbambolata inconsapevolezza.

Meno stupefacente è che soggetti importanti del centrosinistra partecipino all’offensiva contro il giornalista e impongano l’atto di contrizione alla trasmissione ospite. Alti dirigenti del PD si esercitano nella consueta retorica: “Atteggiamenti come quelli di Travaglio e Santoro ci fanno perdere”. Sarà il caso di avvertirli che anche senza quelli, con una campagna elettorale dolce, abbiamo già perso, e male.

C’è una strana aria oggi nel centrosinistra. Sembra che non dobbiamo dolerci troppo della sconfitta perché l’avversario non c’è più. Uno schieramento che ha stabilito un duo-monopolio sull’informazione, confuso sistematicamente l’interesse privato con l’interesse pubblico, cambiato la legge per sgravare pochi potenti dei loro processi, provato a sfregiare la Costituzione, risulta definitivamente risanato dalla nuova vittoria elettorale, ottenuta peraltro con una legge che ha distorto in profondità il rapporto tra voto popolare e rappresentanza politica.

Non c’è più avversario. C’è solo un interlocutore con cui discutere. Per fare le cose che vuole lui?

Francesco (Pancho) Pardi

da liberacittadinanza.it e da micromega

... è che la gente nasce sporca d costituzione... se nasce fetente!!!

domenica, maggio 11, 2008

UN POST VELOCE SOLO PER SEGNALARE QUESTO SITO

EULEB European High Quality Low Energy Buildings

.. insomma... un nome un programma!!

B
A
C
I

venerdì, maggio 09, 2008

... il ricordo...

Che giorno deve essere stato il 9 maggio 78... due corpi... Roma-Cinisi... come dicono i modena.. l'alba dei funerali di uno Stato...

convegno...























Bisogna iscriversi sul sito
Aria

venerdì, maggio 02, 2008

Voilà le Parkour !!!!

estroECO...

i soliti francesi bislacchi... ma quanto gli vogliamo bene quando sono così estrosi!!!!!.... sarebbe curioso sapere che ne pensano gli abitanti... chissà come si vive con una foresta per terrazzo?!?! ...e dovrebbero essere tutti bamboo... io un appartamentino nel palazzo non lo vedrei male...anche perché questo è SOCIAL HOUSING alla francese!!!







......................::::::::::::::::::::::::: Edouard François ::::::::::::::::::::......................

...buon vecchio idrogeno... sarà arrivato il tuo momento???????

Arezzo, l' energia del futuro arriva dai tubi sottoterra

i preziosi L' idrogeno viene utilizzato dalle aziende orafe assieme ad azoto ed ossigeno per le loro specifiche lavorazioni di oggetti in oro e di preziosi la luce L' idrogenodotto trasporterà alla azienda orafe idrogeno sufficiente anche ad illuminare e, in parte, riscaldare e raffreddare gli stabilimenti Il primo idrogenodotto al mondo in area urbana debutterà ad Arezzo entro la fine dell' anno, al massimo nei primi mesi del 2008, mancano solo le ultime autorizzazioni. Si tratta di una tubatura sotterranea, già posata nei mesi scorsi e analoga a quelle dell' acqua e del gas metano, che trasporta invece l' energia del futuro. Per ora è solo un chilometro di tubi da 6-8 centimetri, nei quali l' idrogeno viaggia da un deposito verso quattro aziende orafe in località San Zeno, la Mgz, la Falco, la Treemme e la Co. Ar, che utilizzano l' energia pulita per le loro lavorazioni specifiche, ma anche per dare luce, riscaldare l' azienda, presto generare aria condizionata. La piccola cooperativa che ha ideato l' idrogenodotto di Arezzo - che si chiama Fabbrica del Sole, occupa una decina di persone e ha saputo catalizzare intorno a questo progetto pilota attenzioni e collaborazioni di primo livello - scommette però sul futuro sviluppo della rete. Non solo ad Arezzo. «Con l' attuale andamento del prezzo del petrolio pensiamo che nel giro di cinque anni al massimo l' idrogeno diventerà vettore energetico concorrenziale al metano» dice Paolo Fulini, che assieme al presidente della cooperativa Emiliano Cecchini ha presentato in questi giorni la rete di Arezzo alla Fiera Campionaria di Milano. Al progetto pilota di Arezzo hanno fin dall' inizio collaborato con la Fabbrica del Sole la Sapio srl, l' Arcotronics e l' Enea, poi si sono accodate Coingas, Regione Toscana, Comune e Provincia di Arezzo, Assindustria, Cna e Confartigianato. Obiettivo sperimentale, dunque, quello di servire le aziende orafe aretine che utilizzano l' idrogeno insieme all' ossigeno e all' azoto per le lavorazioni dei preziosi. Le quattro aziende che si sono attaccate alla nuova tubatura, finora ricevevano a domicilio l' idrogeno in bombola. Adesso dovranno semplicemente aprire un rubinetto della conduttura comune. «Risparmieranno diversi soldi» dice Fulini. A sua volta la baia di stoccaggio che alimenta l' idrogenodotto è rifornita una volta a settimana da un carro bombolaio, ma in parte produce in proprio l' idrogeno grazie all' Hidrolab, ovvero un laboratorio per il monitoraggio, la ricerca e lo sviluppo delle energie rinnovabili completamente autosufficiente dal punto di vista energetico. Ed è sullo sviluppo di questa struttura che poggiano le speranze di futura produzione autonoma, sul posto, di energia pulita, senza più trasporti via gomma. La Fabbrica del Sole progetta di posare accanto alle tubature dell' idrogenodotto anche la fibra ottica nell' ambito di un progetto di cablatura. Così le informazioni viaggeranno assieme al vettore di energia. - MAURIZIO BOLOGNI

la fabbrica del sole

giovedì, maggio 01, 2008

Equuuuu

mi-ti-ci...Equ con Santamaria....

Raul Pantaleo dei TAMassociati a Roma

ellekappa...


... ... non l'aveva capito nessuno... ...