giovedì, ottobre 09, 2008

Colui che cammina si confonde
l'acqua corrente non vede le stelle
colui che cammina si dimentica
e chi si ferma sogna

García Lorca


..avrei proprio bisogno di fermarmi... ma manca poco e non posso... in un momento sarà Gennaio..puf

giovedì, ottobre 02, 2008

Venezia arrivooo..

...si è vero sono ancora davanti al computer a disegnare 'sta benedetta tesi, ma lo zaino è più o meno fatto...il biglietto del treno ce l'ho.... la macchina fotografica è pronta.... quindi si può partire!

sabato, settembre 27, 2008

Il Genio - Pop porno

miiiii... che trash questa canzone...ma non si leva più dalla testa...pop-porno pop-porno pop-porno porno porno...

martedì, settembre 23, 2008

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che
fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.
Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi e' infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o
della pioggia incessante.
Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non
risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere
vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto
di respirare.
Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una
splendida felicità.


Pablo Neruda

sabato, settembre 20, 2008

..oggi...è proprio una giornata da Porcupine Tree... Blackest Eyes

martedì, settembre 16, 2008

PINK FLOYD - The Great Gig in the Sky

...siete pregati di alzare il volume e di urlare al cielo...

DRIN...DRIN....


e 'namo!!... mitica tesserina rossa che mi permette di sbiciclettare per la città!! jeeeeee!!

giovedì, settembre 11, 2008

E' ufficiale ..... Arianna entra in sciopero... mi sono stufata di fare la roccia per il mondo...mi basta doverla fare per me stessa..chiaro????

...Forse sono egoista... ma come qualcuno mi ha detto (vero Federì).. la goccia (daje e daje) scava la roccia... forse si... è ufficiale, in questo momento ho bisogno di essere egoista, pensare e me... riesco a malapena a tenere il mio fardello... ma si, insomma, niente di ciclopico, ma fare i conti con se stessi, essere coerenti con se stessi è una delle cose più difficili e faticose che io conosca, ed alle volte non si è abbastanza forti da poter essere d'aiuto agli altri... il risultato è solo uno stato di ansia da giorni ed un gran mal di testa... vado a dormire...

lunedì, settembre 01, 2008

Sicilia bedda!!!


Eh si!... bisogna proprio dirlo..ma quant'è bella la terra sicula, poi girata con lo zaino in spalla lo è stata ancora di più!!
Tutto iniziò con Palermo, così accogliente che alla fine ci è parsa casa nostra... per poi proseguire ad Agrigento alla volte dei templi e conclusa magnificamente alla riserva dello Zingaro a sguazzare come paperelle... ahhh.... vacanze....



giovedì, luglio 31, 2008

Alcuni dei passanti su questo blog non l'avrebbero mai detto.... ebbene si...mi sono comprata la tenda!!!!!...ok...la tenda più facile del mondo da montare e smontare... però è una tenda!!!... sono anche entrata per la prima volta da Decathlon.... oooohhhhoooohhh... che mondo fatto di tante cosettine carine carine....ooohhhoooohhh... mi stavo facendo prendere dalla smania del perfetto campeggiatore... in realtà, anche se la tenda è stata gentilemtne offerte dalla famigghhia, ho aggiunto nel "corredo" solo una torcetta, comprata solo perché è ecologicissima, visto che non le servono le batteria ma, e qui ci sta proprio bene, si ricarica a manovella... ed una crema solare... ... ... si... lo so che la crema la potevo comprare anche al supermercato... però insomma... sono pur sempre io!!!... ;) ... che pensavate!!!!
ancora buone vacanze a tutti...
ARIA di vacanza..

mercoledì, luglio 30, 2008

...si lo so... è tanto che non aggiorno il blogghettino...ma qui sembra che tutti abbiano deciso di laurearsi a luglio... e tra aiuti vari ed eventuali...festoni... regali da pensare e fare... il tempo pufff.....vola via... signora mia...che faticaccia... e poi mettici il finire la borsa di collaborazione... ... comunque qui si organizza anche il viaggetto in Sicilia...ovviamente il programma che ho nella testa corrisponde più ad un tour de force che ad una vacanza... ma poi lo so che prenderò il ritmo siciliano... anche se ci sono miliardi di cose da vedere...e dieci giorni passano in un attimo.... c'è chi scommette che sono capace di tornare dalla Sicilia con una leggerissima abbronzatura quasi impercettibile..ma saprò stupirvi... insomma se non dovessi riuscire a ripassare di qui prima del 4 (giorno della partenza...devo anche andare a comprare una tenda... ebbene si!!... adoro il campeggio!!...) BUONE VACANZE A TUTTIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII...

lunedì, luglio 07, 2008

...perché la pillola del giorno dopo non è abortiva!!!!!!!!!!!!!!!!!!!...perché la fecondazione non è istantanea!!!!!!!!! e quindi la legge non prevede l'obiezione di coscienza... e quindi un medico non si può rifiutare di prescrivertela.... e quindi se tutta questa logica in un paese illogico non dovesse funzionare...c'è un'iniziativa dell'associazione Luca Coscioni che ti prescrive la ricetta... non è in tutte le città..ma a Roma si!..eccovi il comunicato...

Nella provincia di Roma puoi chiamare il numero 333 9856046 tutti i giorni feriali dalle 09:00 alle 19:00, e non stop dalle 09:00 del sabato mattina fino alle 09:00 del lunedì mattina.
Nella provincia di Milano puoi chiamare il numero 345 5011223 non stop dalle 18:00 del venerdì pomeriggio fino alle 08:00 del lunedì mattina.
Nella provincia di Bari puoi chiamare il numero 335 8084820 non stop dalle 00:00 del sabato fino alle 08:00 del lunedì mattina.
Nella provincia di Salerno puoi chiamare il numero 328 8765186 non stop dalle 00:00 del sabato fino alle 08:00 del lunedì mattina.
Oltre alla ricetta, riceverai tutta l'assistenza necessaria per denunciare i medici e le strutture che ti hanno negato un tuo diritto.
Se sei un medico e vuoi attivarti nella tua città, manda una mail a soccorsocivile@lucacoscioni.it.

venerdì, luglio 04, 2008

oleeeeeeee....

...ed anche l'ultimo esame è andato.... ed è andato bene... alla grande...ora ci si può godere finalmente un'estate, romana e non romana, come si deve...senza pensare ad esami, esamini ed esamucci... la tesi verrà affrontata con la giusta attenzione, manca solo lei!! ma come dicevo ieri a qualcuno..già ci si sente leggerissimi... così leggeri che si spicca quasi il volo!!
un bacio
Arianna

sabato, giugno 28, 2008

siamo alla frutta...??

Dopo i MUST degli anni 80... dopo il POP anni 2000... arriviamo al TRASH ANNI 70!!!!!!!!!!... e che TRASH!?!?!?!....scusate ma sono due settimane che dormo poco ed il resto delle ore le passo sul computer... auch!.. giustificata???

giovedì, giugno 19, 2008

Tears For Fears ::::Shout:::::

Si...si... inizio della chiusa da laboratorio finale!!!!.... meglio di così!!!

domenica, giugno 15, 2008

CAVOLO..MA TRA MENO DI TRE SETTIMANE C'È L'ESAME DI SINTESI FINALE... MA NON SIAMO AI PRIMI DI GIUGNO... ... ED IL PRIMO MAGGIO NON È STATO L'ALTRO IERI... ... MA SE STO ANCORA DIGERENDO LA COLOMBA PASQUALE... ... MA CHI HA SPINTO SULL'ACCELERATOREEEEEEEE...

venerdì, giugno 13, 2008

piccole news..



Ho letto dell'apertura di questa galleria fotografica, la 10b photography gallery, a Garbatella...sembra molto interessante... fanno parecchie mostre ed anche qualche workshop... interessa?

lunedì, giugno 09, 2008

walk like an egyptian

Sono le otto... inzia una settimana di fuego... sono già spiaccicata davanti al monitor... beh almeno fatemi inziare con le Bangles!!!!... eeooeeoo-ooo...

domenica, giugno 08, 2008

sabato, giugno 07, 2008

Why not?



un albero... fatto di biciclette...come potevo farmelo sfuggire!?!?
---linkino-ino-ino---

domenica, giugno 01, 2008

critical mass interplanetaria Roma 2008

Ok..avevo deciso di non andare...stavo tranquilla a lavorare...quando sento tamburi, fischietti, campanelli e clacson...non ho resistito... ho chiuso tutto, sono scesa, ho preso la bici....e via in sella in mezzo ad un mare di gente e biciclette.... porta maggiore...prenestina.... un pezzo di tangenziale...tutta in soprelevata...non sapete che figata!!!!!!...e poi ancora tangenziale fino al ponte della tiburtina..per poi fare dietro front fino a san lorenzo...dove la critical è stata intralciata da una macchina della municipale che per sorpassare tutti noi è andata in contromano sui binari per finire la sua corsa... muso contro muso con il tram!!! insomma un genio!!! Noi abbiamo continuato aggirando il tram... La biciclettata ha proseguito per la tiburtina fino a piazzale tiburtino...poi la biblioteca nazionale...piazza indipendenza... Termini e un piccola sosta a piazza della repubblica!!! Ovviamente lungo il tragitto incontri mezzo liceo... pezzi dell'università... vecchie fiamme... canterini degli anni passati... amici vari ed eventuali... infine lo spettacolo di via nazionale, il traforo e l'arrivo tra miliardi di turisti prima a piazza di Spagna e poi in piazza del popolo... ultima tappa il pincio...ma io ho lasciato spazio ai più valorosi..la bici senza marce (diamo la colpa alla bici!) non permetteva la scalata..nun je la potevo fa!.. e quindi dopo un pomeriggio a girare Roma come raramente si riesce a fare..me ne ritorno a casetta scampanellando sulla mia prode bici...


sabato, maggio 31, 2008

MAX GAZZE' ...il solito sesso...

E' troppo tenera... certo... .... a parte il finale del video... eheheh

giovedì, maggio 29, 2008

Perché come al solito non c'abbiamo capito nulla...perché questa città ancora una volta ci sfugge di mano... Non la capiamo... non c'è niente da fa!


ricercato: "Sono di sinistra, basta schifo nel quartiere Politica e razze non c'entrano. Mi sono fatto giustizia"
"Al Pigneto sono stato io Non chiamatemi razzista"


"Al Pigneto sono stato io
Non chiamatemi razzista"


L'uomo del raid del Pigneto, "l'italiano sulla cinquantina" cui la polizia cerca da cinque giorni di dare un volto, il più vecchio tra i mazzieri, il "Capo", arriva all'appuntamento ai tavolini di un bar che è notte. Ha i capelli brizzolati, gli occhi lucidi come di chi è in preda a una febbre. Allunga la mano in una stretta decisa che gli fa dondolare il ciondolo d'oro al polso.

"Eccome qua, io sarei il nazista che stanno a cercà da tutti i pizzi. Guarda qua. Guarda quanto sò nazista...". La mano sinistra solleva la manica destra del giubbetto di cotone verde che indossa, scoprendo la pelle. L'avambraccio è un unico, grande tatuaggio di Ernesto Che Guevara.

"Hai capito? Nazista a me? Io sono nato il primo maggio, il giorno della festa dei lavoratori e al nonno di mia moglie, nel ventennio, i fascisti fecero chiudere la panetteria al Pigneto perché non aveva preso la tessera". L'uomo ha 48 anni. Delle figlie ancora piccole. Una storia difficile di galera e di imputazioni per rapina. E, naturalmente, un nome. "Quello lo saprai molto presto. Il giorno che mi presento al magistrato, perché quel giorno il mio nome non sarà più un segreto. Mi presento, parola mia. La faccio finita cò 'sta storia. Ma ci voglio andare con le gambe mie a presentarmi. Nun me vojo fà beve (arrestare ndr.) a casa. Perciò, se proprio serve un nome a casaccio, scrivi Ernesto... ".

Indica la foto sulla prima pagina dell'edizione di Repubblica del 27 maggio. Quella scattata durante il raid con il telefono cellulare da uno dei testimoni dell'aggressione. "Ecco. Io sono questo qua. Questo cerchiato con il marsupio e la maglietta rossa, che si vede di spalle. La maglietta è una Lacoste. Adesso ti racconto davvero come è andata. Ti racconto la verità prima che mi si bevono. Perché la verità, come diceva il Che, è rivoluzionaria. La politica non c'entra un cazzo. Destra e sinistra si devono rassegnare. Devono fare pace con il cervello loro. Non c'entrano un cazzo le razze. Non c'entra - com'è che se dice? - la xenofobia. C'entra il rispetto. Io sono un figlio del Pigneto. Tutti sanno chi sono e perché ho fatto quello che ho fatto. Tutti. E per questo si sono stati tutti zitti con le guardie che mi stanno cercando. Perché mi vogliono bene. Perché mi rispettano. Perché hanno capito. Io ho sbagliato. E non devo e non voglio essere un esempio per nessuno. Ma per una volta in vita mia, ho sbagliato a fin di bene. E allora è giusto che il Pigneto veda scritta la verità. Se lo merita. E quella la posso raccontare solo io".

La "verità" di "Ernesto" ha un incipit. Giovedì 22 maggio. Quarantotto ore prima del raid. "A metà mattina, a una donna di cui non faccio il nome e a cui voglio bene come a me stesso, rubano il portafoglio in via Macerata. Non faceva che piangere. Un amico mio - un immigrato, pensa un po' - mi dice che se lo voglio ritrovare devo andare nel negozio di quell'infame bugiardo dell'indiano. In via Macerata. Perché il ladro sta lì. E' un marocchino, un tunisino, mi dice l'amico mio. Venerdì, verso mezzoggiorno, ci vado. Trovo questa merda di marocchino, o da dove cazzo viene, questo Mustafà, seduto davanti al negozio con una birra in mano. Una faccia brutta, cattiva, con una cicatrice. Mi fa cenno di entrare e nel negozio mi trovo lui, l'indiano bugiardo e un vecchio, un italiano. Il marocchino mi dice: "Tu passare oggi pomeriggio e trovare portafoglio". Io dico va bene e, te lo giuro, non mi incazzo, né strillo. Dico solo: "Dei soldi non me frega niente. Ma dei documenti sì". Ripasso il pomeriggio e quello mi dice: "Scusa. Non fatto in tempo. Torna domani". Io ripasso sabato mattina e quel Mustafà là, ridendo, sempre con quella cazzo di birra in mano, mi fa segno che i documenti l'ha buttati dentro una buca delle lettere. Allora non ci ho visto più. Mi è partita la brocca. Ho cominciato a strillare, dentro e fuori del negozio. In mezzo alla strada. E ho detto: "Se vedemo alle cinque. E se non salta fuori il portafoglio sfascio tutto"".

Alle 17 di sabato, dunque, arriva "Ernesto". Ma non da solo. "Eh no. Fermati. Fermati qui. Io arrivo da solo. Perché io voglio andare a gonfiare il marocchino da solo. Io quando devo fare a cazzotti non mi porto dietro nessuno. Il problema è che quando arrivo all'angolo con via Macerata non ti trovo una quindicina di ragazzi del quartiere? Tutti incazzati e bardati. Te l'ho detto. Mi vogliono bene. Avevano saputo della tarantella ed erano due giorni che sentivano questa storia di questo portafoglio. Evidentemente volevano starci pure loro e si sono presentati. Non l'ho mica chiamati o invitati".

"Ernesto" fa un cenno al cameriere. Chiede un whiskey di malto scozzese. Un "Oban". Strizza l'occhio. "Lo vedi questo? E' cresciuto con me al Pigneto". "Che stavo a dì? Ah sì, i pischelli. Io davvero non riesco a capire come si sono inventati la storia della svastica. Ma quale svastica? Io questi pischelli non li conosco personalmente, ma mi dicono che sono tutto tranne che fascisti. E, comunque svastiche non ce n'erano. Quei pischelli, per quanto ne so, si fanno il culo dalla mattina alla sera. E hanno solo un problema. Si sono rotti il cazzo di vedere la madre, la sorella o la nonna piangere la sera, perché qualche vigliacco gli ha sputato o gli ha fischiato dietro il culo. Te lo ripeto, io non l'ho chiamati. Io ce li ho trovati. E poi, scusa tanto sa, ma hai mai visto tu un raid nazista senza una scritta su un muro? Qualcuno si è chiesto perché, se era un raid, nessuno ha toccato per esempio i sette senegalesi che vendevano i cd taroccati in via Macerata? Lo vuoi sapere perché? Perché i senegalesi non avevano fatto niente. Perché sono amici. Perché portano rispetto e quando stava per cominciare il casino al negozio dell'indiano, gli ho detto di mettersi da una parte".

Forse "Ernesto" vuole solo coprire quei ragazzi. Forse la sua storia comincia a pattinare. "Aspetta. Io ti ripeto che i nomi di quei pischelli non li conosco e, comunque, se anche li conoscessi non li farei mai. Ma la dimostrazione che dico la verità sai qual è? E' che loro erano tutti coperti. Con i caschi, con i cappucci. E io invece ero l'unico a volto scoperto. Perché, come t'ho detto, io se devo andare a fare a cazzotti ci vado a mani nude, da solo e a viso scoperto. Te ne dico un'altra. La dimostrazione che sto dicendo la verità è che quando l'indiano di via Macerata mi vede e se la dà, dopo che gli ho sfasciato le vetrine, i pischelli si mettono a correre verso via Ascoli Piceno. Per me è finita lì. E non capisco quelli che vogliono fare. Allora li raggiungo a piedi e quando all'angolo tra via del Pigneto e via Ascoli Piceno vedo che stanno a fà un macello con i bengalesi, che si sono messi a sfasciare le macchine della gente del quartiere, cominciò a gridare. Grido: "A pezzi de merda che state a fa'? Annatevene da lì, a rincojoniti!". Per questo, come ho letto sui giornali, dicono che hanno sentito "il Capo" dare ordini in italiano. Ma quali ordini? Io li stavo a mannà a fanculo perché mi era presa paura. Avevo capito che casino stava montando".

Cosa aveva capito "Ernesto"? L'uomo butta giù il fondo di "Oban" rimasto nel bicchiere. Accende una Marlboro rossa. "Avevo capito che, senza volerlo, avevo slegato la bestia. Avevo capito che il veleno mio era il veleno di tutti. Sai perché penso che i pischelli sono andati dai bengalesi in via Ascoli Piceno? Perché quell'alimentari là, quello dove è andato a chiedere scusa Alemanno, due anni fa l'avevano chiuso per spaccio. Perché sotto il sacco dei ceci che dice di vendere, il bengalese ci teneva la droga. So che è andato assolto perché ha detto che la roba la nascondeva un marocchino. Sta di fatto che lì davanti è sempre un circo. Stanno sempre aperti. Anche alle cinque de mattina. Mi spieghi che cazzo si vendono?".

"Ernesto" chiede un altro wiskey. "La storia potrebbe finire qua. Ma non finisce qua". L'uomo, ora, ha voglia di raccontare chi è e come è cresciuto. "Perché tutto si deve sapere. Tutto. Perché poi, quando ti si bevono, i giornali scrivono un mucchio di cazzate". E' il quarto di cinque figli, "Ernesto". Suo padre è un carabiniere. Lo perde a 8 anni e finisce in collegio, perché a casa, al Pigneto, non si riesce a mettere insieme il pranzo con la cena. Quando esce dall'istituto, comincia a rubare. "Per fame. Ho sempre rubato solo per fame. E mai al Pigneto". A 24 anni perde anche la madre. Comincia a entrare e uscire di galera. Regina Coeli, Sollicciano, "dove a Pacciani, j'ho fatto 'na faccia tanto. Sto schifoso... ". "Sempre accusato di reati contro lo Stato... ". Contro lo Stato? "Sì, rapine in banca. Perché, le banche non sono dello Stato?". Ride, per la prima volta. Poi si fa di nuovo cupo.

"Il Pigneto era bellissimo. Da ragazzino giocavo a ruzzichella dove adesso ci stà quello schifo di isola pedonale. Dove adesso vomitano e pisciano fino alle cinque de mattina, ci stava il cocomeraro e quello che vendeva le cozze col limone. Posso sopportare che mentre vado al mercato a comprare il pesce per mia figlia che è una ragazzina, lei deve vedere uno che se tira fuori l'uccello e sui banchi del mercato ci piscia? Eh? Lo posso sopportare?". Il colore della pelle, dice, non c'entra. "Io ho litigato con tutti quelli che non portano rispetto alla gente del Pigneto. Bianchi e neri. Io ho fatto casino qualche settimana fa al pub di via Fanfulla, perché quattro stronzetti italiani non mi facevano rientrare a casa con le bambine e quando ho chiesto di spostare una macchina in doppia fila, mi hanno imbruttito dicendo: "Perché, se no che succede?". "Succede che te gonfio", ho detto. E si sono spostati. Ho litigato con degli algerini sotto casa, che mi stavano fregando il motorino. Ne ho appicciati al muro un paio e da allora sai come mi chiamano? "Grande mujaheddin. Grande talibano". Beh, l'altra sera m'hanno riportato le chiavi della macchina che mi ero dimenticato sul cofano. Hai capito, sì? Io non ce l'ho con nessuno. Io voglio bene ai neri e ai bianchi che rispettano gli altri. Che rispettano il Pigneto, che insieme alla mia famiglia è l'unica cosa che ho. Io sono cresciuto al bar Necci, hai presente? Sai, no? Quello del film di Pasolini "Accattone". Vai a chiedere di me lì. Vedi che ti dicono. Vai a chiede di me allo stagnaro di via Ascoli, o al bar di fronte. Vedi che dicono. Io ci sono poche persone che non rispetto. I bugiardi, i laidi, gli ipocriti, le pecore. E ti racconto ancora una cosa che mi devi promettere di scrivere".

"Ernesto" tira fuori l'ultima sigaretta del pacchetto di Marlboro, che poi accartoccia come carta velina. "Pifano. Daniele Pifano, hai presente? Collettivo di via dei Volsci. Autonomia, anni '70 e compagnia cantante. Beh, stai a sentire. Viene a vivere al Pigneto e due anni fa becca un fascistello che gli rompe il cazzo. Ti dico: questo qua lo umilia e gli distrugge la bici davanti a tutti. Io mi metto in mezzo e da allora, quando vedono Pifano, si scansano. E lui che fa? Sabato, dieci minuti dopo il casino, si mette con i centri sociali nell'isola pedonale a strillare che sono arrivati i nazisti al Pigneto. Ma come si fa? Ma che uomo sei? Ma che dignità c'hai a giocare sulla pelle del Pigneto e del sottoscritto? L'altro giorno ho provato a chiamare anche Luxuria, quella di Rifondazione. Gli ho detto: "Dovemo parlà". E lui: "Sì ma al telefono perché sono a Cosenza per una riunione". Allora io dico. Tu starai pure a Cosenza, ma al Pigneto, che è dove vivi pure tu, chi ci pensa?".

Chi ci pensa? "Ernesto" ride. "A pagare i wiskey ci pensi tu, perché io stò in bianco e devo pure pensare a trovare un avvocato bravo. Poi, quando sarà finita tutta questa storia, offrirò io. Ora vado. Mi raccomando. La verità. Io non sono un esempio per nessuno. Ma stavolta, davanti alle mie figlie, voglio che sia diverso. Non come le altre volte che m'hanno visto andare in Centrale o carcerato. Stavolta l'ho fatto per loro. E per il Pigneto. In fondo, non ho ammazzato nessuno. E tutto 'sto casino, non l'ho armato io"
di CARLO BONINI

fonte:repubblicaonline

domenica, maggio 25, 2008

Normalità... quello stato di simil calma che potrebbe essere complicata superficialità o semplice capacità di andare avanti...è veramente questo, quello a cui bisogna aspirare?.. Certo il pensiero è proprio logorante, ma la soddisfazione..alle volte rara... di uscirne più forti, più completi, più banalmente noi stessi ci ripaga... ... oppure no?
Il peso relativo delle emozioni mi rende sempre perplessa su me stessa...
Arianna (regista di film mentali)

GRAZIE ROMA

sabato, maggio 24, 2008

..ma allora di che stiamo parlando?!?!?!?!

Nuovi impianti ed energia prodotta
L'eolico ha sorpassato il nucleare

ROMA - Il 2007 è stato l'anno del sorpasso: a livello globale, dal punto di vista dei nuovi impianti, l'eolico ha battuto il nucleare. L'anno scorso sono stati installati 20 mila megawatt di eolico contro 1,9 mila megawatt di energia prodotta dall'atomo. E' un trend consolidato da anni e destinato, secondo le previsioni, a diventare ancora più netto nei prossimo quinquennio. Ma non basta. Per la prima volta l'eolico ha vinto la gara anche dal punto di vista dell'energia effettivamente prodotta. I due dati non coincidono perché le pale eoliche funzionano durante l'anno per un numero di ore inferiore a quello di impianto nucleare e dunque, a parità di potenza, producono meno elettricità.

"La novità è che, anche tenendo conto di questo differenziale di uso, nel 2007 l'eolico ha prodotto più elettricità del nucleare", spiega Gianni Silvestrini, direttore del Kyoto Club. "E gli impianti eolici che verranno costruiti nel periodo 2008 - 2012, quello che chiude la prima fase degli accordi del protocollo di Kyoto, produrranno una quantità di elettricità pari a due volte e mezza quella del nuovo nucleare. Se poi nel conto mettiamo anche il solare fotovoltaico e termico possiamo dire che, tra il 2008 e il 2012, il contributo di queste fonti rinnovabili alla diminuzione delle emissioni serra sarà almeno 4 volte superiore al contributo netto prodotto dalle centrali nucleari costruite nello stesso periodo".

La tendenza è consolidata anche dal risveglio del gigante americano. Il 30 per cento di tutta la potenza elettrica installata durante il 2007 negli Usa viene dal vento e il dipartimento federale dell'energia prevede che entro il 2030 l'eolico raggiunga negli States una quota pari al 20 per cento dell'elettricità creando un'industria che, con l'indotto, darà lavoro a mezzo milione di persone. E' un dato in linea con l'andamento di paesi europei come la Danimarca (21 per cento di elettricità dall'eolico), la Spagna (12 per cento), il Portogallo (9 per cento), la Germania (7 per cento).

Nonostante le scelte dell'amministrazione Bush, che ha incentivato con fondi pubblici la costruzione di impianti nucleari, negli Stati Uniti l'energia dall'atomo resta invece ferma, sia pure a un considerevole livello, da trent'anni: l'ultimo ordine per una nuova centrale risale al 1978. Nell'aprile scorso sono stati annunciati impegni per 38 nuovi reattori nucleari, ma è molto probabile che il numero scenda drasticamente, come già è avvenuto in passato, nel momento in cui si passa alla fase dei conti operativi: le incertezze legate ai costi dello smaltimento delle scorie, ai tempi di realizzazione e allo smantellamento delle centrali a fine vita hanno rallentato la corsa dell'atomo.

In attesa della quarta generazione di reattori nucleari, che però deve ancora superare scogli teorici non trascurabili e non sarà pronta prima del 2030, le stime ufficiali prevedono una diminuzione del peso del nucleare nel mondo. La Iea (International Energy Agency) calcola che nel 2030 la quota di elettricità proveniente dall'atomo si ridurrà dall'attuale 16 per cento (è il 6 per cento dal punto di vista dell'energia totale) al 9-12 per cento.


fonte:repubblica.it

giovedì, maggio 22, 2008

ZITTI TUTTI...CHE FORSE CI SONO!!!!

lunedì, maggio 19, 2008

è in arrivooooo.... la CRITICAL MASSsss.. e siamo a 6!!!


Ciemmona 2008
Venerdì 30 maggio, ore 18:00
6° Compleanno di Critical Mass Roma
Piazza delle Masse Critiche (Piramide)
Al termine: cena, baldoria, musica e dj presso il L.O.A. Acrobax
in via della Vasca Navale, 6 (Ponte Marconi ).

Sabato 31 maggio, ore 16:00
Ciemmona
Piazza San Giovanni in Laterano (giardini)
Dopo la Massa Critica Interplanetaria, picnic bicigestito al Pincio.
(ciascuno portera' da mangiare, da bere e sdraiarsi sul prato da condividere con tutti; sono graditi posate, bicchieri e piatti riutilizzabili, non di plastica)

Domenica 1 giugno, ore 11:00
Rotta verso il mare
partenza da Piazza delle Masse Critiche (Piramide)
Tintarella, bagni, sabbia... e campeggio selvaggio.
Lunedì 2 giugno, ore 17:00
Direzione Roma
partenza da Ostia, Piazzale Cristoforo Colombo (la rotonda).
(CM all'incontrario!).

BICICLETTATI DI TUTTO IL MONDO UNITEVI!!!!!

infoooo

domenica, maggio 18, 2008

... E STO A ROSICÀ... in ogni caso
... GRAZIE ROMA...

Massimiliano Fuffas:Architetto, Designer, Art-creator, Life-stylist


"la politica pensa poco al cittadino.... "
"mmhh... ...l'architetto?"
"non c'ha mai pensato..."

sabato, maggio 17, 2008

giornata mondiale contro l'omofobia...


"Le monde" lo mette in prima pagina della versione on line, "el mundo" anche... repubblica se ne dimentica per tutto il giorno, il manifesto idem... solo l'unità on line si ricorda della quarta edizione della giornata mondiale contro l'omofobia... e come spesso accade con altre giornata altrettanto importanti come quella per la lotta all'aids, l'Italia si rivela il meno europeo dei paesi comunitari... sensibilità inesistente da parte di tutte le forze politiche... ... sigh...

Bevk Perović Arhitekti

venerdì, maggio 16, 2008

Più solare e fabbrica d'avanguardia

ROMA - Crescita delle fonti rinnovabili e aumento dell'occupazione vanno a braccetto. La conferma arriva da un importante accordo tra Enel e Sharp ufficializzato oggi a Roma. L'azienda energetica italiana e la multinazionale giapponese hanno siglato un'intesa che prevede due punti essenziali. Il primo è l'installazione entro il 2011 di nuovi campi fotovoltaici per un totale di 161 MW in grado di produrre l'energia di cui hanno bisogno oltre 81.500 famiglie.

Il secondo punto riguarda invece la realizzazione in Italia di un impianto industriale per la produzione integrata di pannelli fotovoltaici basati sulla tecnologia di Sharp, un avanguardistico film sottile a tripla giunzione. Rispetto ai moduli tradizionali in silicio cristallino si tratta di un procedimento che consente un minore utilizzo di silicio, con evidenti risparmi economici, garantendo però prestazioni di efficienza simili a quelle dei moduli tradizionali.

"E' un'alleanza che consideriamo abbastanza unica a livello mondiale", ha commentato Francesco Starace, direttore Divisione Mercato di Enel nel corso della presentazione: "Due società che definiscono una strategia comune, con Sharp che entra con noi nella produzione di energia elettrica e noi che entriamo nella produzione di pannelli fotovoltaici".

La scelta di collaborare nasce infatti anche dalla necessità di sopperire a un inaspettato freno alla crescita del fotovoltaico. "Siamo in una situazione paradossale - ha osservato Starace riferendosi al coinvolgimento dell'Enel - perché siamo molto avanti per la costruzione di una rete di installatori capace di cogliere la domanda e abbiamo invece una strettoia dovuta alla scarsezza dell'offerta di pannelli. Su questo il ritardo non è nostro ma di tutti".

Ritardo che non ha comunque impedito al fotovoltaico di registrare in questi ultimi mesi nuove cifre da boom. Il Gestore dei servizi elettrici ha infatti appena rivisto i dati sul 2007, fissando a 69,9 MW la potenza installata, mentre, per il solo anno in corso, risultano in esercizio 3.064 nuovi impianti per una potenza di 33,6 MW. Dati che se da un lato parlano di un boom eccezionale, con una potenza installata nel solo 2007 pari a quanto è stato realizzato complessivamente in quasi 30 anni, dall'altro certificano dell'ambizione rappresentata dai 161 MW previsti dall'accordo Enel-Sharp.

I dettagli dei due progetti sono ancora tutti da definire, ma l'idea di massima è quella di distribuire i campi fotovoltaici sul territorio, senza concentrarli in una zona precisa, mentre resta ancora da verificare dove far sorgere lo stabilimento di produzione dei pannelli. Al momento l'unica certezza al riguardo sembra essere la scelta di una località costiera, dove è possibile sfruttare i servizi portuali. "La produzione - ha sottolineato infatti Starace - non sarà esclusivamente destinata verso l'interno ma verrà indirizzata anche alla crescita del fotovoltaico negli altri paesi del Mediterraneo".

mercoledì, maggio 14, 2008

OOOOLLLLLEEEEEEEE.....


...è lui o non è lui.... ma si che è lui!!!! è il computer nuovo!!!!! oleeeee.... primo post dalla nuovo pc... ci abbiamo messo un po'...ma alla fine...CHE BOMBAAAAAA!!!!
baciiiiii

lunedì, maggio 12, 2008

Marco Travaglio a Che tempo che fa - 10 Maggio 2008

Pancho Pardi: “Solidarietà a Marco Travaglio”

La bagarre scatenata contro Marco Travaglio per le sue affermazioni a proposito di Renato Schifani nella trasmissione di Fazio può apparire stupefacente. Il giornalista si era limitato a ricordare ciò che Lirio Abbate e Peter Gomez avevano scritto su rapporti intrattenuti dall’attuale presidente del Senato con soggetti mafiosi: ad esempio la società Sicula Brokers aveva tra i suoi soci fondatori Enrico La Loggia, Renato Schifani e Antonino Mandalà, poi individuato come influente boss di Villabate. Fatti noti, registrati anche in altre varie pubblicazioni. La cui diffusione a stampa non ha prodotto querele nei confronti degli autori.

Storie narrate da giornalisti abili nella ricerca e lette da cittadini interessati a capire quanto possa essere opaca la società politica. Storie che finché restano confinate nell’ambito della stampa cartacea producono uno scandalo relativo. L’importante è che non vadano in televisione, in particolare sui canali nazionali e nelle trasmissioni di maggiore ascolto. Se ci arrivano, comincia allora il fuoco di sbarramento. Il potere sa bene che oggi la lettura attiva pesa meno dell’ascolto passivo. Che i pochi lettori sappiano non preoccupa troppo. Decisivo è che i molti spettatori televisivi vengano mantenuti in uno stato di imbambolata inconsapevolezza.

Meno stupefacente è che soggetti importanti del centrosinistra partecipino all’offensiva contro il giornalista e impongano l’atto di contrizione alla trasmissione ospite. Alti dirigenti del PD si esercitano nella consueta retorica: “Atteggiamenti come quelli di Travaglio e Santoro ci fanno perdere”. Sarà il caso di avvertirli che anche senza quelli, con una campagna elettorale dolce, abbiamo già perso, e male.

C’è una strana aria oggi nel centrosinistra. Sembra che non dobbiamo dolerci troppo della sconfitta perché l’avversario non c’è più. Uno schieramento che ha stabilito un duo-monopolio sull’informazione, confuso sistematicamente l’interesse privato con l’interesse pubblico, cambiato la legge per sgravare pochi potenti dei loro processi, provato a sfregiare la Costituzione, risulta definitivamente risanato dalla nuova vittoria elettorale, ottenuta peraltro con una legge che ha distorto in profondità il rapporto tra voto popolare e rappresentanza politica.

Non c’è più avversario. C’è solo un interlocutore con cui discutere. Per fare le cose che vuole lui?

Francesco (Pancho) Pardi

da liberacittadinanza.it e da micromega

... è che la gente nasce sporca d costituzione... se nasce fetente!!!

domenica, maggio 11, 2008

UN POST VELOCE SOLO PER SEGNALARE QUESTO SITO

EULEB European High Quality Low Energy Buildings

.. insomma... un nome un programma!!

B
A
C
I

venerdì, maggio 09, 2008

... il ricordo...

Che giorno deve essere stato il 9 maggio 78... due corpi... Roma-Cinisi... come dicono i modena.. l'alba dei funerali di uno Stato...

convegno...























Bisogna iscriversi sul sito
Aria

venerdì, maggio 02, 2008

Voilà le Parkour !!!!

estroECO...

i soliti francesi bislacchi... ma quanto gli vogliamo bene quando sono così estrosi!!!!!.... sarebbe curioso sapere che ne pensano gli abitanti... chissà come si vive con una foresta per terrazzo?!?! ...e dovrebbero essere tutti bamboo... io un appartamentino nel palazzo non lo vedrei male...anche perché questo è SOCIAL HOUSING alla francese!!!







......................::::::::::::::::::::::::: Edouard François ::::::::::::::::::::......................

...buon vecchio idrogeno... sarà arrivato il tuo momento???????

Arezzo, l' energia del futuro arriva dai tubi sottoterra

i preziosi L' idrogeno viene utilizzato dalle aziende orafe assieme ad azoto ed ossigeno per le loro specifiche lavorazioni di oggetti in oro e di preziosi la luce L' idrogenodotto trasporterà alla azienda orafe idrogeno sufficiente anche ad illuminare e, in parte, riscaldare e raffreddare gli stabilimenti Il primo idrogenodotto al mondo in area urbana debutterà ad Arezzo entro la fine dell' anno, al massimo nei primi mesi del 2008, mancano solo le ultime autorizzazioni. Si tratta di una tubatura sotterranea, già posata nei mesi scorsi e analoga a quelle dell' acqua e del gas metano, che trasporta invece l' energia del futuro. Per ora è solo un chilometro di tubi da 6-8 centimetri, nei quali l' idrogeno viaggia da un deposito verso quattro aziende orafe in località San Zeno, la Mgz, la Falco, la Treemme e la Co. Ar, che utilizzano l' energia pulita per le loro lavorazioni specifiche, ma anche per dare luce, riscaldare l' azienda, presto generare aria condizionata. La piccola cooperativa che ha ideato l' idrogenodotto di Arezzo - che si chiama Fabbrica del Sole, occupa una decina di persone e ha saputo catalizzare intorno a questo progetto pilota attenzioni e collaborazioni di primo livello - scommette però sul futuro sviluppo della rete. Non solo ad Arezzo. «Con l' attuale andamento del prezzo del petrolio pensiamo che nel giro di cinque anni al massimo l' idrogeno diventerà vettore energetico concorrenziale al metano» dice Paolo Fulini, che assieme al presidente della cooperativa Emiliano Cecchini ha presentato in questi giorni la rete di Arezzo alla Fiera Campionaria di Milano. Al progetto pilota di Arezzo hanno fin dall' inizio collaborato con la Fabbrica del Sole la Sapio srl, l' Arcotronics e l' Enea, poi si sono accodate Coingas, Regione Toscana, Comune e Provincia di Arezzo, Assindustria, Cna e Confartigianato. Obiettivo sperimentale, dunque, quello di servire le aziende orafe aretine che utilizzano l' idrogeno insieme all' ossigeno e all' azoto per le lavorazioni dei preziosi. Le quattro aziende che si sono attaccate alla nuova tubatura, finora ricevevano a domicilio l' idrogeno in bombola. Adesso dovranno semplicemente aprire un rubinetto della conduttura comune. «Risparmieranno diversi soldi» dice Fulini. A sua volta la baia di stoccaggio che alimenta l' idrogenodotto è rifornita una volta a settimana da un carro bombolaio, ma in parte produce in proprio l' idrogeno grazie all' Hidrolab, ovvero un laboratorio per il monitoraggio, la ricerca e lo sviluppo delle energie rinnovabili completamente autosufficiente dal punto di vista energetico. Ed è sullo sviluppo di questa struttura che poggiano le speranze di futura produzione autonoma, sul posto, di energia pulita, senza più trasporti via gomma. La Fabbrica del Sole progetta di posare accanto alle tubature dell' idrogenodotto anche la fibra ottica nell' ambito di un progetto di cablatura. Così le informazioni viaggeranno assieme al vettore di energia. - MAURIZIO BOLOGNI

la fabbrica del sole

giovedì, maggio 01, 2008

Equuuuu

mi-ti-ci...Equ con Santamaria....

Raul Pantaleo dei TAMassociati a Roma

ellekappa...


... ... non l'aveva capito nessuno... ...

martedì, aprile 29, 2008

roman pillow fight III... che la battaglia abbia inizio!

unica nota lieta di questo week-end nerissimo... in tutti i sensi... almeno domenica mi sono scaricata al suon di cuscinate a destra e a manca!!

venerdì, aprile 18, 2008

...mi chiedo che Italia pensavamo di avere davanti...

...quasi 10 punti sotto.... la sinistra arcobaleno fuori dal parlamento.... a Roma Rutelli il 50% lo vede da lontano...ancora non si è insediato il governo e già un aggressione dei fascistelli al circolo Mario Mieli... ... ed è solo la prima settimana ...

giovedì, aprile 17, 2008

...Aria pesante...

per mancanza di tempo e poca voglia di scrivere ho rimandato... ma tanto quello che dice Michele Serra sull'amaca di martedì post elettorale è esattamente quello che è passato per la mente di molti...

"Beh, si sapeva già. E da un bel pezzo. Viviamo in una provincia europea più di destra che di sinistra, più clericale che laica, più padronale che socialista, più provinciale che cosmopolita, più chiusa che aperta. Non fosse così, la nostra vita pubblica non sarebbe stata dominata per un ventennio (più il resto) dall’arcitaliano Silvio Berlusconi. E non vedrebbe un partito xenofobo tornare in trionfo al potere.
I cittadini di sinistra sono – da sempre – una minoranza di massa. Dovremmo averci fatto il callo, a questa lunga vita di minoranza, raramente interrotta da brevissime stagioni di governo (neanche dieci anni su sessanta di vita repubblicana: e il dato dice tutto). Invece ci rimaniamo male ogni volta, come se ci apparisse inaudito il fatto che no, questo Paese non ci assomiglia, se non in quella piccola e anomala Scandinavia ghibellina che è il Centritalia, quattro regioni in tutto. Bisognerebbe smetterla di offenderci, l’Italia è questa. Possiamo scegliere di viverci male, sprezzanti e amareggiati. Presuntuosi e acidi. O provare a tenere duro, sentirci cittadini, lavorare, discutere, parlare agli altri, non mollare. Chi di noi ha figli, conosce bene l’impulso di avere speranza per loro, anche quando non se ne ha più troppa per sé."

ed intanto io imparo anche il tedesco... non si sa mai...

venerdì, aprile 11, 2008

::: scuole:::



Cercando su google maps il parc André Citroën... mi cade l'occhio su un triangolo giallo in mezzo alla città.... sarà mica il cortile di una scuola?!?!?!?!...so' proprio strani 'sti parigini...

domenica, aprile 06, 2008

venerdì, aprile 04, 2008

[...] Perdiamo la pelle-anima lasciandoci troppo coinvolgere dall'io, diventando troppo esigenti, perfezioniste, o facendoci senza necessità martirizzare, o lasciandoci trascinare da un'ambizione cieca, o abbandonandoci all'insoddisfazione - per noi stesse, la famiglia, la comunità, la cultura, il mondo - senza fare o dire nulla, o pretendendo di essere una fonte inesauribile per gli altri, o non facendo tutto il possibile per aiutarci. I modi per perdere la pelle-anima sono tanti quanto le donne del mondo. [...]

DONNE CHE CORRONO COI LUPI
Clarissa Pinkola Estés

venerdì, marzo 28, 2008

mercoledì, marzo 26, 2008

[...] "Mi viene in mente una zingara grassa, che una volta mi ha seguito continuando a dire: bella bimba, vieni che ti leggo la mano. Ho avuto paura. Forse anche io ho il virus del razzismo dentro, o forse semplicemente non siamo capaci di sopportare tutti e caricarci i pezzi di mondo in spalla." [...]

MARGHERITA DOLCEVITA
Stefano Benni

lunedì, marzo 24, 2008

TRE METAMORFOSI

Tre metamorfosi io vi nomino dello spirito: come lo spirito diventa cammello, e il cammello leone, e infine il leone fanciullo.
Molte cose pesanti vi sono per lo spirito, lo spirito forte e paziente nel quale abita la venerazione: la sua forza anela verso le cose pesanti, più difficili a portare.
Che cosa è gravoso? domanda lo spirito paziente e piega le ginocchia, come il cammello, e vuol essere ben caricato.
Qual è la cosa più gravosa da portare, eroi? così chiede lo spirito paziente, affinché io la prenda su di me e possa rallegrarmi della mia robustezza.
Non è forse questo: umiliarsi per far male alla propria alterigia? Far rilucere la propria follia per deridere la propria saggezza?
Oppure è: separarsi dalla propria causa quando essa celebra la sua vittoria? Salire sulle cime dei monti per tentare il tentatore?
Oppure è: nutrirsi delle ghiande e dell'erba della conoscenza e a causa della verità soffrire la fame dell'anima?
Oppure è: essere ammalato e mandare a casa coloro che vogliono consolarti, e invece fare amicizia coi sordi, che mai odono ciò che tu vuoi.
Oppure è: scendere nell'acqua sporca, purché sia l'acqua della verità, senza respingere rane fredde o caldi rospi?
Oppure è: amare quelli che ci disprezzano e porgere la mano allo spettro quando ci vuol fare paura?
Tutte queste cose, le più gravose da portare, lo spirito paziente prende su di sé: come il CAMMELLO che corre in fretta nel deserto sotto il suo carico, così corre anche lui nel suo deserto.
Ma là dove il deserto è più solitario avviene la seconda metamorfosi: qui lo spirito diventa leone, egli vuol come preda la sua libertà ed essere signore del proprio deserto.
Qui cerca il suo ultimo signore: il nemico di lui e del suo ultimo dio vuol egli diventare, con il grande drago vuol egli combattere per la vittoria. Chi è il grande drago, che lo spirito non vuol più chiamare signore e dio? "Tu devi" si chiama il grande drago. Ma lo spirito del leone dice "IO VOGLIO".
"Tu devi" gli sbarra il cammino, un rettile dalle squame scintillanti come l'oro, e su ogni squama splende a lettere d'oro "tu devi!". Valori millenari rilucono su queste squame e così parla il più possente dei draghi: "tutti i valori delle cose risplendono su di me".
"Tutti i valori sono già stati creati, e io sono ogni valore creato. In verità non ha da essere più alcun "io voglio"!". Così parla il drago.
Fratelli, perché il leone è necessario allo spirito? Perché non basta la bestia da soma, che a tutto rinuncia ed è piena di venerazione?
Creare valori nuovi - di ciò il leone non è ancora capace: ma crearsi la libertà per una nuova creazione - di questo è capace la potenza del LEONE. Crearsi la libertà è un no sacro anche verso il dovere: per questo, fratelli, è necessario il leone.
Prendersi il diritto per valori nuovi questo è il più terribile atto di prendere, per uno spirito paziente e venerante. In verità è un depredare per lui e il compito di una bestia da preda.
Un tempo egli amava come la cosa più sacra il "tu devi": ora è costretto a trovare illusione e arbitrio anche nelle cose più sacre, per predar via libertà dal suo amore: per questa rapina occorre il leone.
Ma ditemi, fratelli, che cosa sa fare il fanciullo, che neppure il leone era in grado di fare? Perché il leone rapace deve anche diventare un fanciullo?
Innocenza è il FANCIULLO e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di sì.
Sì, per il giuoco della creazione, fratelli, occorre un sacro dire di sì: ora lo spirito vuole la sua volontà, il perduto per il mondo conquista per sé il suo mondo.
Tre metamorfosi vi ho nominato dello spirito: come lo spirito divenne cammello, leone il cammello, e infine il leone fanciullo.-

Così parlò Zarathustra.


Quanto mi manca la filosofia... mi sembra di aver rallentato il pensiero... mi sembra di aver messo in standby gli acerbi ragionamenti iniziati quell'ultimo anno di liceo... anche oggi qualcuno mi ha ricordato di che periodo fondamentale sia stato quell'anno... purtroppo mi sembra di essere retrocessa a cammello... e Paris è già così lontana...

domenica, marzo 23, 2008

Persepolis...



MI-TI-CA! Bello, bello, bello...

lunedì, marzo 17, 2008

sabato, marzo 15, 2008

...un piccolo incoraggiamento per noi...

"... Già all'epoca della prima costruzione, che è quella del Collegio del Colle, avevamo deciso di provvedere ogni studente di una stanza singola, ampia e ben attrezzata, per assicurare a ciascuno un buon livello di autonomia personale. Negli stralci successivi è stato aumentato il nucleo dei servizi comuni ed è stato ridimensionato il livello di esclusività degli spazi privati per combattere quei sintomi di egoismo ed isolamento che tendevano a manifestarsi... "

Quello che parla è Giancarlo De Carlo ed il piccolo incoraggiamento è per i miei compagni di concorso... le idee che abbiamo tentato di spiegare nel nostro progetto partono da questi principi... insomma piccoli architetti crescono!

giovedì, marzo 13, 2008

martedì, marzo 04, 2008

Solar balooooooooon.....















Pallllonciniiiiiiiiiiiiiii.... ma no!!! sono celle fotovoltaiche!!!!..
per saperne di più ecco il link...
bacini a go go

venerdì, febbraio 29, 2008

concorso...sigh!

Queste sono le tavole del concorso indetto dalla Sapienza per una residenza universitaria a Pietralata... no premio... no menzione... sigh... vabbé guardiamo avanti!





il flagello laico...

..mitica Cortellesi...

domenica, febbraio 24, 2008

...brrrrr...brividi...

Allevi...il nuotatore...



che dire... il concerto è stato magnifico e quanto mai sudato visto che non avendo i biglietti ci siamo messi in fila (io, mia sorella e Gioacchino) nella speranza di un posto in piedi... fino all'ultimo non si sapeva se ce l'avremmo fatta...cercavamo (...io cercavo...) di leggere il labbiale dell'addetto in contatto con i vigili del fuoco.... abbiamo anche implorato la signorina della biglietteria di trovare almeno un terzo biglietto, perché sembrava ci fossero come ultimi posti due poltrone e poi FINE!... per concludere corsetta per le scale per arrivare ai posti... ... poi... magia...

venerdì, febbraio 22, 2008

...uno strano pomeriggio...

..in questa fase di alti e bassi, molti avranno sperimentato cosa significa starmi accanto... una leggera difficoltà a decidere che cosa si vuole fare, ed un altrettanto evidente passaggio da tranquillità apparente a tristezza sconfinata... ... ... bene! così ero ieri pomeriggio dopo una giornata passata in biblioteca tra turno e ricerche per la tesi ... ... per fortuna che è arrivato il mi-ti-co sito 06blog a salvarmi...
leggo...
PENNAC alla feltrinelli di via appia nuova alle 18:00...guardo l'orologio....siiiiiiiiiiiiiiii....sono in tempo....17:15.... ciufff...ciufff... corro...corro..arrivo in scivolata...compro il libro (che, per la cronaca, si chiama DIARIO DI SCUOLA) e mi intrufolo tra la folla..giusto in tempo per l'inizio...

Bello poi scoprire che i brani del libro vengono letti da BENNI... wow!!!...due piccioni con una fava... ... insomma... un'oretta scivola veloce tra chiacchiere, ricordi d'infanzia, aneddoti di Pennac professore per poi concludersi con domande dal pubblico su teorie sconosciute ai più... tra cui Pennac che da bravo francese ammette pacato..."io non la conosco.... che dice?" o tra lettrici adoranti che quasi svengono a parlare manco c'avessero davanti i TAKE THAT... e dulcis in fundo... ... ... ressa di donne, ragazzini, nonnetti, fotografi dagli obiettivi incastranti.. nelle tue costole, francesine della chateaubriand, che ci tengono ad inziare il loro intervento con un "Sono della chateaubriand...", insegnanti tutti alla ricerca dell'autografo...

Dopo un'oretta pigiata tra la calca... dopo aver scoperto che per la signora che sta alla tua destra noi non andiamo mai avanti e che, invece, per quella che ti sta un po' più lontano ma a sinistra mandano avanti solo noi... per una strana legge di Murphy... finalmente ci siamo... gli parlo addirittura...francese a go go... sviolino un "Spero che mi sia d'ispirazioneper la tesi... sa... progetterò una scuola elementare" e dopo aver incassato un "... cioè...fammi capire...tu devi... immaginare una scuola elementare... très bien!" ed un finale "bon... bon courage!" mi allontano barcollando, con un sorriso ebete ed il libro in mano..

Ma non ero paga.... Benni era li da qualche parte..lo sapevo...lo avevo visto per tutto il tempo che ero ammassata nella folla svolazzare tra i lettori a suon di aurtografi....ed io...mica potevo andar via senza...scherziamo...allora siccome non ci stavo capendo niente, a chi vado a chiedere dove potesse essere Benni.... ma ovviamente ad Inge Feltrinelli che si trovava li spaparanzata su una poltrona lieta nel guardare il siparietto... la quale pronta mi risponde... "ma è al bagno cara...mettiti li ad spettarlo... ... ah no..accolo eeccolo... Stefano...Stefano questa fanciulla"...e visto tanto movimento della signora Inge tutti i lavoratori di Feltrinelli hanno inziato ad additarmi per mandare Benni verso di me... insomma si stava mobilitando un esercito in un batti-baleno solo per il mio autografo... Gesù!...

Infine... dopo non essere neanche riuscita a capire dove fosse l'uscita me la faccio indicare da un nonnino più arzillo di me... esco con un sorriso ebete... ... anche un pomeriggio triste può avere dei risvolti inaspettati..

Aria di... non è che ci stia capendo molto...

giovedì, febbraio 21, 2008

---stream of non-consciousness---


Senso di incompletezza... lacerata!...mutilata... che manca?...incompleta...nonostante tutto quello che credo...nonostante tutto quello che so...mi sento... ti senti??... pronto??..tu-tu-tu-tu...occupato...questa è la segreteria telefonica di Arianna..lasciate un messaggio dopo il segnale acustico...anzi no...che tanto è tutto intasato.


The District Sleeps Alone Tonight

Smeared black ink.
Your palms are sweaty,
and I'm barely listening
to last demands.
I'm staring at the asphalt wondering
"What's buried underneath where I am?"
(Where I am)

I'll wear my badge:
a vinyl sticker with big block letters
adhered to my chest.
It tells your new friends
"I am a visitor here... I am not permanent."
And the only thing keeping me dry is...

You seem so out of context,
in this gaudy apartment complex.
A stranger with your door key,
explaining that I'm just visiting.
And I am finally seeing
why I was the one worth leaving.
(I was the one worth leaving)

D.C. sleeps alone tonight.

(Where I am)
You seem so out of context
in this gaudy apartment complex.
(Where I am)
A stranger with your door key
explaining that I'm just visiting.
(Where I am)
And I am finally seeing
why I was the one worth leaving.
(I was the one worth leaving)

(Where I am)
The District sleeps alone tonight
after the bars turn out their lights.
(Where I am)
And send the autos swerving
into the loneliest evening.
(Where I am)
And I am finally seeing
why I was the one worth leaving.
why I was the one worth leaving.
why I was the one worth leaving.
why I was the one worth leaving.

sabato, febbraio 16, 2008

Noir Desir - Le Vent Nous Portera -

Riflessioni...



La morte di Marie Trintignant cancella un mito dei no global
Il cantante era popolarissimo per l'impegno sociale
Cantat, l'idolo assassino
storia di un delitto maledetto

di GABRIELE ROMAGNOLI

Bertrand Cantat

PARIGI - Un'attrice bellissima, famosa e malinconica viene ammazzata di botte nella stanza di un albergo lituano da un cantante adorato, ribelle e idealista. Non è cronaca nera. Non è, neppure, materiale da giornale scandalistico. Benché riempia la cronaca nera e i giornali scandalistici, il caso Trintignant-Cantat è una questione morale che da una settimana turba metà della Francia e diventa il tormentone di ogni conversazione in cui cade chi passa di qui, ma non possiede un solo cd dei Noir Desir e non ha mai visto un film con Marie Trintignant.

Una storia che sconcerta, perché dimostra che, talora, non solo il re, ma anche Robin Hood è nudo e brutto a vedersi. Una storia che pone una serie di domande, di quelle che migliaia di fans, navigatori di Internet, lettori di Liberation, ragazzi new global (o come si chiamano adesso), tolleranti, antirazzisti, non violenti, non si erano mai posti: fin dove possiamo spingere la nostra compassione? Possiamo amare anche il mostro che è in noi e riconoscere che, come cantavano i Noir Desir, "abbiamo l'arte dell'abisso"? O dobbiamo fermarci sulla riva di questa tentazione per non affogare in quel mare sporco in cui abbiamo sempre rifiutato di immergerci? C'è, in quel che è accaduto in Lituania, molto di incomprensibile, ingenuamente incomprensibile, per chi oggi resta sgomento.

I fatti, allora. In una suite dell'albergo domina l'afa di Vilnius si trovano due persone, un uomo e una donna. Lei, Marie Trintignant, ha 41 anni e il peso di una vita schiacciata sotto quel nome. Padre attore, madre regista.

Avrebbe voluto fare la veterinaria, sta sul set da quando aveva quattro anni, con la madre a dirigerla. Dice che recitare l'ha guarita dal mutismo per timidezza. Gli occhi verdi e remoti istigano a crederle. Ha combattuto tutte le cause femministe e di sinistra. Ha avuto tre mariti e quattro figli.

Conosce solo amori tumultuosi, ne accende le micce. Il suo film preferito è "La donna della porta accanto" di Truffaut, quello in cui Fanny Ardant dice a Gerard Depardieu la luttuosa frase: "Né con te né senza di te". Da sei mesi ha una nuova passione.

Lui, Bertrand Cantat, è il cantante e leader di quello che, in Francia, è il complesso musicale. Da vent'anni fa rock impegnato. Considerato da una generazione un fratello e dall'altra un fratello maggiore. I testi che canta diventano linee guida. Le sue scelte, i suoi comportamenti fanno scuola. Questo è quel che conta: è un modello etico.

I due sono lì perché lei sta girando, con l'immancabile madre alla macchina da presa, un film sulla vita di Colette. Sabato sera, hanno festeggiato l'ultimo ciak, salgono in camera. Lei riceve un sms dall'ex marito, padre di due figli. Le annuncia che un loro progetto lavorativo sta andando bene.

Termina con una frase affettuosa. Non solo molte relazioni, perfino qualche vita, sarebbe stata risparmiata senza l'invenzione degli sms (ma anche viceversa: il conto è probabilmente in pari). Qui accadono le prime due cose che i "fratelli dei Noir Desir" non si aspettano. La prima: Bertrand strappa dalle mani di Marie il telefono e legge il messaggio. La seconda: fa una scenata di gelosia. Bertrand è Robin Hood, il ribelle che sputa sui soldi e sul manifesto di Le Pen, come riconoscerlo in questa scena borghese e ridicola? Una domanda ingenua, come lo sono quelli che se la pongono. Certo, la scena è patetica. Ma ogni uomo, lontano dal palco, dalla cattedra, dalla rappresentazione di se stesso è, spesso, quasi sempre patetico. Il privato è la soglia della credibilità umana. Oltre, se non l'abisso, qualche pozzanghera.

Nel privato, fieri anticapitalisti non parlano che di soldi e scrittori macisti si infilano i collant. Ridicolo, non stupefacente. Ed è, ancora, qualcosa che possiamo comprendere e compatire.

Poi accade qualcosa d'altro. Bertrand chiede spiegazioni. Marie rifiuta o dice quel che le viene di dire. Non importa. Litigano, urlano. Va bene. E' un diritto, per loro, un dovere. Hanno l'aria di due persone che debbono litigare con gli altri per non farlo con se stessi. Lei urla per fuggire dal proprio silenzio. Lui, sul palco, urla così tanto che ha dovuto, più volte, operarsi le corde vocali. Non hanno "l'arte del silenzio". Sono inquieti, intelligenti. Insoddisfatti, va da sé. Niente li appagherà perché non sono abbastanza autodistruttivi, perché, a differenza di Kurt Cobain la sera in cui se ne andò a dormire con i suoi angeli, si stanno ancora divertendo.

Ma Bertrand è geloso. Come può esserlo? La gelosia è quel concetto borghese e destrorso che tutte le generazioni dei suoi fratelli hanno coperto con la sovrastruttura dalle incerte fondamenta. Crolla, infatti. E Bertrand perde il controllo. Colpisce Marie. Attenzione: non una volta sola. Lo dice l'autopsia dei medici lituani: la colpisce più volte, ha il viso coperto di ecchimosi.

Una volta è impeto, istinto, poco più di una parola, un vento che abbatte la sovrastruttura e lascia nuda l'anima. E' una follia, una di quelle che, a essere uomini, capiamo. Più volte è un deliberato intento di violenza, una tempesta di cattivi sentimenti che smaschera Robin Hood e ci mostra un altro principe viziato. Non è "una follia" come Bertrand ora dice. E' un crimine, che solo la legge penale degli uomini comprende e classifica.

Ancora due cose. La prima: tutto questo avviene durante la notte. Bertrand avverte al telefono i fratello di Marie, ma i soccorsi vengono chiamati soltanto alle 7.30.

L'ultima: all'udienza di Vilnius Bertrand Cantat ha chiesto perdono, ma ha sostenuto la tesi dell'incidente involontario, che l'autopsia smentisce. Ha, come molti che gli assomigliano, rivelato una forma di allergia per la piena responsabilità.

E qui siamo. I siti francesi sono sovraffollati di forum in cui i naviganti si dividono, come la massa dei fans, in due parti: c'è chi annuncia di avere rispedito alla casa discografica tutti i cd dei Noir Desir e chi confessa di non poter smettere di amare Bertrand.
"Un amico non può cessare di esserlo di colpo - ha scritto Liberation - anche se ha tradito. Dobbiamo avere compassione per lui". Un lettore ha risposto di averne soltanto per Marie Trintignant e suggerito al giornale di pubblicare un dossier sulle donne picchiate (un milione e mezzo in Francia).

Negli altri messaggi emergono preoccupazioni di varia natura, tra cui: "Chissà come se la sta ridendo Le Pen". Emerge il volto sconcertato di un movimento che non sa come reagire, diviso tra solidarietà e rigore, afflitto dal sospetto che la prima non rispetti la vittima e il secondo non rispetti la propria storia. Non hanno un metro di valutazione per giudicare Bertrand Cantat e non si fidano dell'istinto. Temono di usare quelle stesse categorie di giudizio che, con Bertrand, combattevano. Confondono l'ipocrisia con la debolezza, avvertono l'ombra del moralismo.

Ma la battaglia di Bertrand Cantat, di cui, come di tutti, vanno pietosamente separate la vita e le opere, era proprio una battaglia per spostare la linea morale della società: un confine più lontano che lasciasse entrare visioni diverse, pratiche di vita, di morte e di amore più libere. Quella battaglia sopravvive e quel confine va ancora spostato, ma si ferma, senza se e senza ma, davanti al volto tumefatto e agli occhi chiusi di Marie Trintignant.
(5 agosto 2003)

La RAI e la censura "legale"...

È un articolo tratto da CriticaMente, a seguire c'è la replica della Gabanelli...

Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera di Paolo Barnard, stimato e coraggioso giornalista (straordinari i servizi realizzati anni fa per la trasmissione Report). Barnard denuncia gravi forme di censura di cui è stato vittima.

Cari amici e amiche impegnati a dare una pennellata di decenza al nostro Paese, ecco vi una forma di censura nell'informazione di cui non si parla mai. E' la peggiore, poiché non proviene frontalmente dal Sistema, ma prende il giornalista alle spalle. Il risultato è che, avvolti dal silenzio e privi dell'appoggio dell'indignazione pubblica, non ci si può difendere. Questa censura sta di fatto paralizzando l'opera di denuncia dei misfatti sia italiani che internazionali da parte di tanti giornalisti 'fuori dal coro'.
Si tratta, in sintesi, dell'abbandono in cui i nostri editori spesso ci gettano al primo insorgere di contenziosi legali derivanti delle nostre inchieste 'scomode'. Come funziona e quanto sia pericoloso questo fenomeno per la libertà d'informazione ve lo illustro citando il mio caso. Si tratta di un fenomeno dalle ampie e gravissime implicazioni per la società civile italiana, per cui vi prego di leggere fino in fondo il breve racconto.

Per la trasmissione Report di Milena Gabanelli, cui ho lavorato dando tutto me stesso fin dal primo minuto della sua messa in onda nel 1994, feci fra le altre un'inchiesta contro la criminosa pratica del comparaggio farmaceutico, trasmessa l'11/10/2001 ("Little Pharma & Big Pharma"). Col comparaggio (reato da art.170 leggi pubblica sicurezza) alcune case farmaceutiche tentano di corrompere i medici con regali e congressi di lusso in posti esotici per ottenere maggiori prescrizioni dei loro farmaci, e questo avviene ovviamente con gravissime ripercussioni sulla comunità (il prof. Silvio Garattini ha dichiarato: "Dal 30 al 50% di medicine prescritte non necessarie") e spesso anche sulla nostra salute (uno dei tanti esempi è il farmaco Vioxx, prescritto a man bassa e a cui sono stati attribuiti da 35 a 55.000 morti nei soli USA).
L'inchiesta fu giudicata talmente essenziale per il pubblico interesse che la RAI la replicò il 15/2/2003. Per quella inchiesta io, la RAI e Milena Gabanelli fummo citati in giudizio il 16/11/2004(1) da un informatore farmaceutico che si ritenne danneggiato dalle rivelazioni da noi fatte. Il lavoro era stato accuratamente visionato da uno dei più alti avvocati della RAI prima della messa in onda, il quale aveva dato il suo pieno benestare.

Ok, siamo nei guai e trascinati in tribunale. Per 10 anni Milena Gabanelli mi aveva assicurato che in questi casi io (come gli altri redattori) sarei stato difeso dalla RAI, e dunque di non preoccuparmi(2). La natura dirompente delle nostre inchieste giustificava la mia preoccupazione. Mi fidai, e per anni non mi risparmiai nei rischi.
All'atto di citazione in giudizio, la RAI e Milena Gabanelli mi abbandonano al mio destino. Non sarò affatto difeso, mi dovrò arrangiare. La Gabanelli sarà invece ampiamente difesa da uno degli studi legali più prestigiosi di Roma, lo stesso che difende la RAI in questa controversia legale.(3) Ma non solo. La linea difensiva dell'azienda di viale Mazzini e di Milena Gabanelli sarà di chiedere ai giudici di imputare a me, e solo a me (sic), ogni eventuale misfatto, e perciò ogni eventuale risarcimento in caso di sentenza avversa.(4)
E questo per un'inchiesta di pubblico interesse da loro (RAI-Gabanelli) voluta, approvata, trasmessa e replicata.(la RAI può tecnicamente fare questo in virtù di una clausola contenuta nei contratti che noi collaboratori siamo costretti a firmare per poter lavorare, la clausola cosiddetta di manleva(5), dove è sancita la sollevazione dell'editore da qualsiasi responsabilità legale che gli possa venir contestata a causa di un nostro lavoro. Noi giornalisti non abbiamo scelta, dobbiamo firmarla pena la perdita del lavoro commissionatoci, ma come ho già detto l'accordo con Milena Gabanelli era moralmente ben altro, né è moralmente giusificabile l'operato della RAI in questi casi).

Sono sconcertato. Ma come? Lavoro per RAI e Report per 10 anni, sono anima e corpo con l'impresa della Gabanelli, faccio in questo caso un'inchiesta che la RAI stessa esibisce come esemplare, e ora nel momento del bisogno mi voltano le spalle con assoluta indifferenza. E non solo: lavorano compatti contro di me. La prospettiva di dover sostenere spese legali per anni, e se condannato di dover pagare cifre a quattro o cinque zeri in risarcimenti, mi è angosciante, poiché non sono facoltoso e rischio perdite che non mi posso permettere.
Ma al peggio non c'è limite. Il 18 ottobre 2005 ricevo una raccomandata. La apro. E' un atto di costituzione in mora della RAI contro di me. Significa che la RAI si rifarà su di me nel caso perdessimo la causa. Recita il testo: "La presente pertanto vale come formale costituzione in mora del dott. Paolo Barnard per tutto quanto la RAI s.p.a. dovesse pagare in conseguenza dell'eventuale accoglimento della domada posta dal dott. Xxxx (colui che ci citò in giudizio, nda) nei confronti della RAI medesima".(6)
Nel leggere quella raccomandata provai un dolore denso, nell'incredulità.

Interpello Milena Gabanelli, che si dichiara estranea alla cosa. La sollecito a intervenire presso la RAI, e magari anche pubblicamente, contro questa vicenda. Dopo poche settimane e messa di fronte all'evidenza, la Gabanelli tenta di rassicurarmi dicendo che "la rivalsa che ti era stata fatta (dalla RAI contro di me, nda) è stata lasciata morire in giudizio... è una lettera extragiudiziale dovuta, ma che sarà lasciata morire nel giudizio in corso... Finirà tutto in nulla."(7)
Non sarà così, e non è così oggi: giuridicamente parlando, quell'atto di costituzione in mora è ancora valido, eccome. Non solo, Milena Gabanelli non ha mai preso posizione pubblicamente contro quell'atto, né si è mai dissociata dalla linea di difesa della RAI che è interamente contro di me, come sopra descritto, e come dimostrano gli ultimi atti del processo in corso.(8)

Non mi dilungo. All'epoca di questi fatti avevo appena lasciato Report, da allora ho lasciato anche la RAI. Non ci sarà mai più un'inchiesta da me firmata sull'emittente di Stato, e non mi fido più di alcun editore. Non mi posso permette di perdere l'unica casa che posseggo o di vedere il mio incerto reddito di freelance decimato dalle spese legali, poiché abbandonato a me stesso da coloro che si fregiavano delle mie inchieste 'coraggiose'. Questa non è una mia mancanza di coraggio, è realismo e senso di responsabilità nei confronti soprattutto dei miei cari.
Così la mia voce d'inchiesta è stata messa a tacere. E qui vengo al punto cruciale: siamo già in tanti colleghi abbandonati e zittiti in questo modo. Ecco come funziona la vera "scomparsa dei fatti", quella che voi non conoscete, oggi diffusissima, quella dove per mettere a tacere si usano, invece degli 'editti bulgari', i tribunali in una collusione di fatto con i comportamenti di coloro di cui ti fidavi; comportamenti tecnicamente ineccepibili, ma moralmente assai meno.

Questa è censura contro la tenacia e il coraggio dei pochi giornalisti ancora disposti a dire il vero, operata da parte di chiunque venga colto nel malaffare, attuata da costoro per mezzo delle minacce legali e di fatto permessa dal comportamento degli editori. Gli editori devono difendere loro giornalisti che rischiano per il pubblico interesse, e devono impegnarsi a togliere le clausole di manleva dai contratti che, lo ribadisco, siamo obbligati a firmare per poter lavorare.
Infatti oggi in Italia sono gli avvocati dei gaglioffi, e gli uffici affari legali dei media, che di fatto decidono quello che voi verrete a sapere, giocando sulla giusta paura di tanti giornalisti che rischiano di rovinare le proprie famiglie se raccontano la verità.
Questo bavaglio ha e avrà sempre più un potere paralizzante sulla denuncia dei misfatti italiani a mezzo stampa o tv, di molto superiore a quello di qualsiasi politico o servo del Sistema. Posso solo chiedervi di diffondere con tutta l'energia possibile questa realtà, via mailing lists, siti, blogs, parlandone. Ma ancor più accorato è il mio appello affinché voi non la sottovalutiate.

In ultimo. E' assai probabile che verrò querelato dalla RAI e dalla signora Gabanelli per questo mio grido d'allarme, e ciò non sarà piacevole per me. Hanno imbavagliato la mia libertà professionale, ma non imbavaglieranno mai la mia coscienza, perché quello che sto facendo in queste righe è dire la verità per il bene di tutti. Spero solo che serva.
Grazie di avermi letto.
Paolo Barnard
dpbarnard@libero.it

Note:
1) Tribunale civile di Roma, Atto di citazione, 31095, Roma 10/11/2004.
2) Fatto su cui ho più di un testimone pronto a confermarlo.
3) Nel volume "Le inchieste di Report" (Rizzoli BUR, 2006) Milena Gabanelli eroicamente afferma: "...alle nostre spalle non c'è un'azienda che ci tuteli dalle cause civili". Prendo atto
che il prestigioso studio legale del Prof. Avv. Andrea Di Porto, Ordinario nell'Università di Roma La Sapienza, difende in questo dibattimento sia la RAI che Milena Gabanelli. Ma non me.
4) Tribunale Ordinario di Roma, Sezione I Civile-G.U. dott. Rizzo- R.G.N. 83757/2004, Roma 30/6/2005: "Per tutto quanto argomentato la RAi-Radiotelevisione Italiana S.p.a. e la dott.ssa Milena Gabanelli chiedono che l'Illustrissimo Tribunale adìto voglia:...porre a carico del dott. Paolo Barnard ogni conseguenza risarcitoria...".
5) Un esempio di questa clausola tratto da un mio contratto con la RAI: "Lei in qualità di avente diritto... esonera la RAI da ogni responsabilità al riguardo obbligandosi altresì a tenerci indenni da tutti gli oneri di qualsivoglia natura a noi eventualmente derivanti in ragione del presente accordo, con particolare riferimento a quelli di natura legale o giudiziaria".
6) Raccomandata AR n. 12737143222-9, atto di costituzione in mora dallo Studio Legale Di Porto per conto della RAI contro Paolo Barnard, Roma, 3/10/2005.
7) Email da Milena Gabanelli a Paolo Barnard, 15/11/2005, 09:39:18
8) Tribunale Civile di Roma, Sezione Prima, Sentenza 10784 n. 5876 Cronologico, 18/5/2007: "la parte convenuta RAI-Gabanelli insisteva anche nelle richieste di cui alle note del 30/6/2005...". (si veda nota 4)


Risposta di Milena Gabanelli - da www.forum.rai.it

Ogni azienda, giornale o tv fornisce l'assistenza legale (ovvero paga l'avvocato) ai propri dipendenti, non ai collaboratori. Quando abbiamo iniziato (1997)nessuno di noi si era posto il problema, che invece abbiamo affrontato quando sono arrivate le prime cause (2000). Si trattava di querele per diffamazione. La sottoscritta e il direttore di allora chiedemmo assistenza legale e ci fu concessa. Fatto che si verificò in tutti i successivi procedimenti penali. Le prime cause civili arrivarono nel 2004, e lì scoprimmo che invece non ci sarebbe stata copertura legale. La tutela veniva fornita a me in virtù del contratto di collaborazione con la rai, ma "a discrezione", ovvero dovevo presentare una memoria difensiva con la quale dimostravo, punto per punto, di aver agito bene.

Non avendo l'autore del servizio nessun contratto di collaborazione con la rai (pochè vende il pezzo), si assume i rischi in caso di richiesta di risarcimento danni. La realtà era questa: o prendere, o lasciare. Gli autori furono messi a conoscenza della questione e tutti decisero di continuare "l'avventura" con Report. Con tutte le angoscie del caso, ma a dominare è stata la convinzione di tutti noi che lavorando bene alla fine le cause si vincono e il soccombente dovrà pure pagare le spese. Da parte mia ho iniziato una lunga battaglia per poter avere ciò che nessuna azienda normalmente fornisce ai non dipendenti: l'assistenza di un avvocato in caso di causa civile (nel penale, come ho già detto, ci è stata fornita fin dall'inizio). Dal 2004 in poi la tendenza è stata quella di farci prevalentemente cause civili, con tutto quel che ne consegue in termini di stress, tempo che perdi, e paure che ti assalgono.

E' bene sapere che quando si va in giudizio ognuno risponde per la parte che gli compete: gli autori rispondono del loro pezzo, la sottoscritta per tutti i pezzi (in qualità di responsabile del programma), la rai in quanto network che diffonde la messa in onda. Qualora il giudice dovesse stabilire che c'è stato dolo da parte dell'autore, a pagare saranno tutti i soggetti coinvolti (la rai, la sottoscritta, l'autore). E questo vale per tutti, anche i dipendenti. La differenza è che prima di arrivare alla sentenza nessuno ti paga l'avvocato. Nel 2007 le cause arrivano ad un numero talmente elevato che passo più tempo a difendere me e i miei colleghi che non a lavorare. Ma a luglio 2007 il direttore generale Cappon chiede all'ufficio legale della rai di garantire la piena assistenza legale a tutti gli autori di Report. Questo non ci toglie le ansie (finchè non c'è una sentenza non sai di che morte muori), però almeno sai che alle tue spalle c'è un'azienda che ha riconosciuto il valore del tuo lavoro e ti paga l'avvocato. E' stato difficile ottenere questo risultato, ma c'è stato e questo è oggi quello che conta.

Certo, se su ogni puntata vieni trascinato in tribunale, alla fine può darsi che lasci la partita perchè non riesci più a reggere fisicamente. Ma questo non è colpa della rai di turno, bensì di un sistema giudiziario che permette a chiunque di fare cause pretestuose, senza che ci sia a monte un filtro (come avviene invece nelle cause penali) che valuti l'eventuale inconsistenza della causa stessa.

Paolo Barnard. E' un professionista che stimo molto, ma purtroppo l'incompatibilità ad un certo punto era diventata ingestibile, e così a fine 2003 le strade si sono separate. Per quel che riguarda la questione legale che lo coinvolge, sono convinta della bontà della sua inchiesta e penso che alla fine ci sarà una sentenza favorevole. Ci credo al punto tale da aver firmato a suo tempo un atto (che lui possiede e pure il suo avvocato) nel quale mi impegno a pagare di tasca mia anche la parte sua in caso di soccombenza. Non saprei che altro fare.

Non ho il potere di cambiare le regole di un'azienda come la Rai, credo di aver fatto tutto quello che è nelle mie modeste capacità. Il lavoro che io e gli altri colleghi di report abbiamo deciso fin qui di fare non ce lo ha imposto nessuno. E' un mestiere complesso che comporta molti rischi, anche sul piano personale. Si può decidere di correrli oppure no, dipende dalla capcità di tenuta, dal carattere e dagli obiettivi che ognuno di noi si da nella vita. Il resto sono polemiche che non portano da nessuna parte e sottragono inutilmente energie.

Un caro saluto a tutti.